Inclusione/ Al via i 485 euro solo per pochi

Lunedì 29 Gennaio 2018
Il reddito di inclusione (Rei) a cui fa riferimento il Partito democratico non è una proposta elettorale ma un progetto già avviato alla fine dell’anno scorso e rifinanziato con l’ultima legge di Bilancio. Si tratta del primo tentativo compiuto di introdurre in Italia uno strumento generale di contrasto alla povertà. La misura, che prevede un contributo mensile in denaro ed altre forme di sostegno (con l’obiettivo di permettere il superamento della condizione di povertà) è destinata ai nuclei con Isee non superiore a 6 mila euro. Il Rei è partito con una dotazione potenziale di 1,8 miliardi e un primo obiettivo: raggiungere 500mila famiglie, ovvero circa un terzo di quelle in povertà assoluta secondo l’Istat.

LA PRIORITÀ
La priorità è rappresentata dai nuclei con figli minori o con disoccupati di età superiore ai 55 anni, l’importo monetario arriva a 485 euro mensili per quelli con almeno 5 componenti. La legge di Bilancio interviene prevedendo un aumento delle risorse che a regime inclusa una quota di provenienza europea dovrebbero arrivare a sfiorare i 3 miliardi l’anno, sufficienti per almeno 700 mila nuclei familiari; inoltre ritocca verso l’alto a 534 euro l’importo mensile massimo e cerca di generalizzare l’intervento a tutte le famiglie. Nel programma del Pd i reddito di inclusione potrebbe essere ulteriormente potenziato per avvicinare l’obiettivo di una copertura universale. 
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