Migranti, tensione Salvini-Colle: Mattarella sblocca sbarco Diciotti

Venerdì 13 Luglio 2018 di Alberto Gentili
Migranti, tensione Salvini-Colle: Mattarella sblocca sbarco Diciotti

«Va bene presidente. Risolveremo il problema, la situazione è monitorata e sotto controllo». Alle otto di sera, appena rientrato nella Capitale a conclusione del vertice Nato di Bruxelles, Giuseppe Conte aggancia il telefono. Dall'altra parte del filo, Sergio Mattarella.
Il capo dello Stato, dopo la quinta giornata di tira e molla, con la nave della Guardia costiera Diciotti carica di 67 migranti ancora blindata sul molo di Trapani, chiede al premier di sbloccare lo stallo. Di autorizzare lo sbarco, superando il veto del ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Un'ora e mezza dopo, al termine di un convulso giro di telefonate con il responsabile del Viminale e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (competente per la Guardia costiera), Conte detta la notizia sollecitata e attesa dal capo dello Stato: «A Trapani sta per iniziare lo sbarco dei migranti».

Non solo. Da palazzo Chigi, dove è calata la benedizione di Luigi Di Maio che si smarca dalla «propaganda gridata» di Salvini, fanno sapere: «Il premier ha telefonato ai due ministri solo per comunicare una decisione già assunta». Come dire: nessuna trattativa o concertazione, ha deciso Conte dopo la grintosa moral suasion di Mattarella preoccupato per le condizioni di salute dei minorenni, delle donne e dei malati a bordo da domenica scorsa della Vos Thalassa prima e della Diciotti poi. Insomma: una questione anche umanitaria.

LA DURA REAZIONE
Salvini non la prende bene. Nel suo entourage si parla di «stupore» per l'intervento del capo dello Stato. E di «rammarico per la scelta della Procura» di Trapani di non procedere ad arresti. Un vero e proprio scontro politico-giudiziario-istituzionale. Sembra già lontano lunedì quando, durante l'incontro chiesto dal leader leghista, Mattarella aveva suggerito di abbassare i toni.
Sul Quirinale bocche cucite. La notizia della telefonata di Mattarella esce da palazzo Chigi, dove viene sfruttata la preoccupazione del Presidente per andare all'assalto di Salvini. Nel breve colloquio con il premier, Mattarella manifesta sconcerto per una vicenda che ha visto l'intero apparato dello Stato sul fronte-migranti precipitare nel caos. Con un conflitto di competenze e tra poteri dello Stato. Con la polizia agli ordini del Viminale che non faceva scendere i 67 immigrati, in attesa che scattassero le «manette» sollecitate da Salvini. E con la Procura di Trapani che faceva sapere che, in ragione del codice penale, non era possibile procedere all'arresto dei due migranti autori dei disordini l'8 luglio a bordo della Vos Thalassa.

Lo stesso Conte veniva descritto perplesso e preoccupato, dedito a predicare «buonsenso e ragionevolezza». Nel primo pomeriggio, in conferenza stampa a Bruxelles, il premier dava per risolta la questione: Conte era stato informato che la nave Diciotti stava attraccando a Trapani ed era convinto che lo sbarco sarebbe avvenuto a momenti. Ma poi aveva scoperto che Salvini a Innsbruck, al vertice dei ministri dell'Interno europei, teneva il punto: «Non autorizzo nessuno a scendere dalla nave, aspetto riscontri dalla polizia. Chi lo fa se ne assume la responsabilità». Una posizione ribadita, via Twitter, nei momenti in cui i migranti hanno cominciato a sbarcare sul molo di Trapani: «Sto aspettando di sapere se sulla nave ci sono delinquenti e chi sono esattamente. Da ministro e da cittadino, prima di sbarcare qualcuno, vorrei sapere di chi si tratta. Sbaglio?».

DI MAIO CON IL COLLE
Per Di Maio si tratta della «solita propaganda». Il leader 5Stelle, come i suoi ministri Toninelli, e Trenta (Difesa) non hanno gradito affatto la linea assunta da Salvini. La prova? L'altra mattina Di Maio ha messo a verbale: «E' inimmaginabile chiudere i porti italiani a una nave italiana». Posizione condivisa da Conte e, soprattutto, da Mattarella.
 

Ultimo aggiornamento: 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA