Musumeci e il modello Palermo: "forza tranquilla" che batte i populismi

Martedì 7 Novembre 2017 di Mario Ajello
Musumeci (ansa)

dal nostro inviato
PALERMO - 
«Come posso gioire? Penso a lui». Dice così, Nello Musumeci nel giorno della vittoria. E il ricordo, trattenendo le lacrime, va al figlio Giuseppe, scomparso nel 2013 ad appena 32 anni, per un infarto. «Voglio dedicare questa vittoria ai miei tre figli e a tutti i figli dei siciliani. Hanno diritto a un futuro migliore». A sera, ormai, i giochi sono fatti. «Che cosa rappresenta agli occhi dei cittadini Musumeci? L'affidabilità e la competenza».

Parola di Silvio Berlusconi. «Ma Nello - aggiunge il Cavaliere in piena euforia mentre il prossimo governatore promette che «lentamente la Sicilia risalirà» e ringrazia tutti - incarna un'altra cosa ancora. L'impossibilità di essere percepito come un politicante». Ecco come Berlusconi traduce la vittoria siciliana nella fisionomia che il suo nuovo centrodestra resuscitato in chiave unitaria, ma le crepe restano, dovrà darsi da subito per conquistare l'Italia.

«Noi non siamo più la coalizione arrembante, ma la forza tranquilla della responsabilità e della competenza»: questa è la Formula Nello. E Berlusconi la vede riproducibile dappertutto. M5S da una parte e centrodestra dall'altra: il gioco bipolare innescato dalla vicenda siciliana questo dev'essere, ovunque, agli occhi del Cavaliere. «La nostra coalizione può andare oltre il 40% in Italia, visto che questa cifra l'abbiamo raggiunta in Sicilia dove l'apporto della Lega non è quello che c'è al Nord». Ma soprattutto, la centralità di Berlusconi, che ha dimostrato che Forza Italia è un mastice; il relativo sfondamento della Lega in Sicilia (con voti per lo più della Meloni) e si presume nel resto del Sud; il profilo rassicurante e trasversale di Musumeci (ammesso che un Musumeci sia clonabile altrove e qui ha avuto nella Comin&Partners degli abili strateghi cominciativi) diventano nella sala macchine di Arcore tutti elementi cruciali, per tentare il colpaccio di tornare a Palazzo Chigi e di avere una maggioranza che possa prescindere dall'accordo con Renzi.

IL REGALO
«Silvio non ha ancora finito una battaglia», spiega Musumeci in festa, «e già pianifica quella ancora più importante». Secondo questa convinzione: «La vittoria siciliana è facilmente irradiabile nel resto d'Italia». E «grazie Nello - così Berlusconi gli ha detto nella telefonata di ieri - per questo regalo che abbiamo impacchettato tutti insieme». Musumeci sarà, nella strategia di Berlusconi, una sorta di «nostro ministro del Mezzogiorno». Un centrodestra maturo, pragmatista, aderente ai problemi territoriali è quello che serve. Anche, anzi soprattutto, per rapportarsi alla Lega intenzionata a prendersi tutti i collegi del Nord - in quel Settentrione in cui Forza Italia si è sentita scavalcata nella campagna referendaria sulle autonomie - finendo per spadroneggiare nel Parlamento nazionale. Ripartire dalla Sicilia e dal Sud è ciò che Berlusconi si è dato come mission.

L'OPA
La riscoperta del Mezzogiorno prevede una sorta di Opa su parte di Ap, il partito alfaneo uscito malconcio dalle urne, o almeno il corteggiamento rivolto ad alcuni pezzi pesanti di quel firmamento. Figure cariche di voti come Tonino Gentile, attuale sottosegretario, in Calabria. E gli occhi sono puntati pure sulla Lucania, dove Guido Viceconte, medico, senatore, titolare di un bacino di consensi inattaccabile, è uno di quelli che ha conservato rapporti di grande affetto con il Presidente.

Ma il lavorio per la ricostruzione del fronte del Sud, quello capace di rivaleggiare con il Carroccio che vuole spadroneggiare su altre latitudini, non è semplice. Richiede - oltre a campioni di consensi come Massimo Cassano in Puglia, un cavallo di ritorno - il ricorso a forze fresche da coinvolgere nelle liste elettorali. Ai cento ragazzi che Silvio ha incontrato l'altra sera a Catania, ha chiesto quasi passandoli in rassegna uno a uno: «Tu saresti pronto a diventare uno dei nostri missionari della libertà?». Ammesso che quelli avessero capito l'espressione, di solito rispondevano di sì. E alcuni di loro, magari solo per curiosità, parteciperanno alla conferenza programmatica che andrà in scena in Lombardia dal 24 al 26 novembre: una sorta di Leopolda azzurra conclusa da Zio Silvio.
Il nuovo e il vecchio (grande attenzione per l'Udc resuscitata da Cesa) è il mix che Berlusconi propone dal Sud, con in più la convinzione che gli assessori (a livello italiano, ministri) più importanti debbano essere tecnici e presi dalla società civile.

Come Armao per l'economia e le finanze con Musumeci e l'ex rettore Lagalla che sarà un altro pezzo forte della giunta. Di fatto, «ringrazio Berlusconi» ha detto ieri brindando Musumeci. E Berlusconi gli ha confidato: «Non avrei mai pensato di trovare in Sicilia una scintilla, e mi comincia perfino a piacere il tuo pizzetto».

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