Conte-Macron, arriva la pace. Juncker: impossibile per la Ue accogliere tutti

Venerdì 15 Giugno 2018
Conte-Macron, arriva la pace. Juncker: impossibile per la Ue accogliere tutti

Lo spiraglio lasciato dal premier Giuseppe Conte, la mediazione del presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker, la telefonata notturna del disgelo del presidente francese Emmanuel Macron con il capo del governo italiano. Su questo triplice asse, prende forma quel disgelo tra Italia e Francia che, fino all'altra sera, pareva un'utopia.

OLTRE IL CASUS BELLI
Oggi Conte e Macron - del quale «non s'è parlato in consiglio dei ministri», assicura Salvini - si metteranno alle spalle le incomprensioni delle ultime ore ma gli strascichi della polemica su migranti e accoglienza - un vero e proprio casus belli - non potranno essere cancellati. Visto che la questione è strettamente legata al nodo Libia, sul quale il governo italiano non pare intenzionato a cedere.

Oggi dunque l'incontro. E intanto Juncker lancia un assist al governo italiano: «L'Europa è un grande continente ma non possiamo accogliere tutti i migranti economici del mondo, non possiamo proprio farlo». Così ha detto il presidente della Commissione europea parlando a Monaco al parlamento bavarese. «Mi piacerebbe avere le stesse regole d'asilo ovunque nella Ue - ha aggiunto - e non può essere che alcuni Paesi portino il peso della gestione della crisi dei migranti, mentre altri si limitano ad osservare».

IL DIALOGO
Quanto al dialogo-disgelo parigino tra Macron e Conte, nasce dalla consapevolezza del nostro premier che non andare nella capitale francese sarebbe stata un'occasione persa. Fondamentale la mediazione di Juncker. Che in una telefonata a Conte ha chiarito l'importanza della «solidarietà europea» e della collaborazione tra i leader Ue. A questa è seguita la chiamata di Macron: il presidente francese non si è scusato per quanto detto l'altro giorno ma ha chiarito come le durissime parole rivolte sul caso Aquarius non fossero sue. A Conte è bastato e Matteo Salvini, «regista occulto» della linea dura italiana, ha scelto di non forzare ulteriormente, appoggiando il premier. «Scuse o non scuse», ha detto Salvini, «il punto è che Macron ha chiamato Conte e lo ha voluto fare sapere».

LE CONDIZIONI
Dunque, il vice-premier condivide il viaggio di Conte. Ma soltanto oggi, all'Eliseo, si vedrà quanto il riavvicinamento tra Italia e Francia sia anche nella sostanza. L'obiettivo di una riforma radicale del trattato di Dublino, che smussi l'obbligo delle pratiche d'asilo per i Paesi di primo approdo, è posto dal governo giallo-verde quasi come una «conditio sine qua non» perché la collaborazione con l'Ue continui in maniera fruttuosa.

«Noi l'Europa vogliamo salvarla, ma non a tutti i costi bensì a costi condivisi», è l'aut aut che pone, alla vigilia del vertice il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. E, prima con Macron, poi con la cancelliera Angela Merkel, lunedì, Conte ribadirà questo concetto ponendo sul tavolo anche la necessità di riforma della governance dell'eurozona. Con l'Italia che chiede più fondi per gli investimenti e maggiore flessibilità sul deficit. Il premier italiano dovrebbe anche volare a Londra per incontrare Theresa May.
M.A.
 

Ultimo aggiornamento: 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA