Non dovrebbero fare il governo i grillini? Macché. Forse perché costruire è più difficile che abbattere, Beppe Grillo rispolvera il grillismo delle origini e lancia un nuovo grido poco dimaiano: "Siamo al precipizio, serve una rivoluzione e deve partire dalle nostre teste". Altro che ricerca dei numeri parlamentari (vero rompicapo di Di Maio) e altro che pragmatismo da governo subito (che è il bisogno impellente di Casaleggio), Beppe davanti alla realtà difficile imbocca, come il Dibba e più di Dibba, la scorciatoia apocalittica o palingenetica e vola nelle astrazioni rivoluzionarie che sono comodissime e sensazionali. Mentre Giggino suda nella palude, e non sa come uscirne.
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