Lega, da The family ai diamanti in Tanzania: così il Senatur ha travolto il Carroccio

Venerdì 15 Settembre 2017 di Claudia Guasco
Lega, da The family ai diamanti in Tanzania: così il Senatur ha travolto il Carroccio
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MILANO E' stata l'inchiesta che ha raso al suolo la Lega del Senatur, che ha polverizzato il cerchio magico di Bossi e ha messo il popolo padano di fronte a una dura realtà: «Roma ladrona» se la sono ritrovata in casa.

TRE PROCURE
E' il 23 gennaio 2012 quando un militante del Carroccio si presenta in Procura a Milano e consegna un esposto di poche righe «in merito alla liceità dell'operazione in Tanzania e di molte altre operazioni finanziarie effettuate mediante denaro pubblico». Il fascicolo viene assegnato al pm Alfredo Robledo, a capo del dipartimento dei reati contro la pubblica amministrazione, tre mesi dopo Umberto Bossi, travolto dalle accuse, si dimette: «Chi sbaglia paga - dice - qualunque sia il cognome che porta. Lascio per il bene del movimento e per difendere la mia famiglia». Nei primi mesi del 2012 sono tre le procure che si occupano della gestione dei soldi della Lega: oltre a Milano c'è Napoli, con Henry John Woodcock che arriva alla Lega partendo dall'inchiesta sulla P4, e Reggio Calabria, nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta. Ed è proprio su disposizione dei pm napoletani che viene aperta la cassaforte di Belsito alla Camera dei deputati e all'interno spunta l'imbarazzante quanto pittoresca cartellina The Family, che contiene la lista delle spese della famiglia Bossi finanziate con fondi del partito. Quasi 10 mila euro per l'operazione di rinoplastica del figlio Sirio, le multe accumulate da Renzo, la ristrutturazione della casa di Gemonio, la laurea albanese in gestione aziendale del Trota. Questa parte dell'inchiesta resta a Milano, va a processo e finisce con tre condanne in primo grado: due anni e tre mesi di carcere al Senatur per appropriazione indebita con il figlio Renzo (18 mesi, pena sospesa), due anni e mezzo all'ex tesoriere Francesco Belsito. Per competenza territoriale passa invece ai magistrati di Genova l'inchiesta sulla maxi truffa al Parlamento, 56 milioni di euro di finanziamenti pubblici finiti nelle casse del Carroccio e in buona parte (40 milioni) utilizzati per scopi personali. A fine luglio arriva la seconda condanna: due anni e mezzo a Bossi, dieci mesi a Belsito, confisca di 48 milioni di fondi della Lega. Per i giudici sono stati presentati rendiconti irregolari per ottenere denaro di Stato, 40 milioni per il 2008 e il 2009 e altri 16 milioni richiesti per il 2010.

DIAMANTI IN TANZANIA
Condannati a cinque anni i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet, accusati con il tesoriere anche di riciclaggio perché avrebbero spostato parte dei soldi oltre confine, a Cipro e in Tanzania. Belsito aveva un suo conto personale e la procura per gestire altri due conti della Lega (il 7136/001400 e il 7136/001208) presso un'agenzia di Banca Aletti a Genova, la sua città. Da qui sono partiti quei bonifici da svariati milioni verso Tanzania e Cipro che hanno spinto Banca Aletti a fare due segnalazioni di operazioni sospette alla Banca d'Italia. Fitta la movimentazione di Belsito tra il 15 e il 30 dicembre 2012 e cospicue le cifre: prima «1,2 milioni di euro dalla Lega Nord per l'acquisto di quote del fondo Krispa Enterprise ltd», basato Larnaca, città turistica sulla costa meridionale di Cipro, poi «7,7 milioni di corone norvegesi», poco più di un milione di euro, che prendono la via del nord Europa. L'ultimo trasferimento di danaro ordinato da Genova è «il collocamento di 4,5 milioni di euro per un'operazione in Tanzania». Si tratta di diamanti, acquistati da Belsito tramite un broker internazionale e depositati in una cassetta di sicurezza.

 
Ultimo aggiornamento: 08:12