Def, allerta del Colle, ma Salvini tira dritto: «La Ue? Me ne frego»

Domenica 30 Settembre 2018 di Diodato Pirone
Def, allerta del Colle, ma Salvini tira dritto: «La Ue? Me ne frego»
Gli inglesi la chiamano moral suation. Persuasione morale. E' la tecnica che si usa quando un'autorità cerca di trovare un terreno comune con interlocutori che non si vuole attaccare di petto ma che si cerca di persuadere a comportamenti consoni. Ed è la tecnica alla quale ieri è ricorso il Capo dello Stato, Sergio Mattarela nei confronti del governo gialloverde dopo la decisione di portare il deficit 2019 al 2,4% del Pil rispetto allo 0,8% atteso da Bruxelles e all'1,6% proposto dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

Per un arbitro come Mattarella la leva migliore della moral suation non poteva che essere un richiamo alle regole. Non quelle imposte dagli odiati mercati. E neppure quelle concordate con trattati internazionali firmati dall'Italia che danno potere ai disprezzati burocrati di Bruxelles. Mattarella ieri ha ricordato l'articolo 97 della Costituzione. «La nostra Costituzione», come ha ricordato il Presidente della Repubblica.

Articolo che nella sostanza afferma un concetto: «occorre assicurare l'equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico». Mattarella cita il 97 perché scritto nell'ambio delle regole che riguardano il governo. Non a caso il Capo dello Stato non ha citato l'articolo 81 che pure prevede il pareggio di bilancio (tranne che in presenza di recessione o di gravi calamità) ma che fa parte del comparto della Costituzione che riguarda le attività del parlamento.

SEGNALE CALIBRATO
Sia come sia, il calibrato messaggio del Colle al governo è chiarissimo: occhio a non esagerare. Non per i mercati o per Bruxelles ma perché qui si sta parlando del futuro degli italiani.
Dice Mattarella: «L'articolo 97 intende tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per le pensioni, per interventi sociali efficaci». E ancora: «Avere conti pubblici in ordine è una condizione di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani». Il presidente spara a modo suo una bordata anche contro il metodo della maggioranza di attaccare sempre qualcuno. «Stiamo tutti assieme, dentro la Costituzione, dentro il nostro Paese, come comunità e dunque serve un gioco di squadra», dice il Presidente cogliendo l'occasione di un messaggio ai partecipanti all'iniziativa Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione Italiana.
Nè Matteo Salvini né Luigi Di Maio però sembrano aver accolto il senso delle parole di Mattarella. A un'ora dal messaggio del Colle, Salvini replica così: «Il Presidente sia tranquillo perché la manovra è equilibrata». E ancora: il governo «investe soldi sugli italiani che soldi non ne hanno e quindi se a Bruxelles mi dicono che non lo posso fare me ne frego».

Di Maio, intervistato da Maria Latella per SkyTg24, si pone sulla stessa frequenza sottolineando che il governo con questa manovra non fa più gli interessi della banche ma dei poveri. Poi dice: Tria rimanga ma basta trabocchetti dei funzionari.

Il Pd dal canto suo per bocca di Stefano Ceccanti sottolinea che «sbaglia il governo a far finta di niente». Mentre il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha detto che rivolgerà un appello alla maggioranza affinché cambi passo e ha sottolineato: «Stiamo tutti diventando più poveri e ci stiamo allontanando dall'Europa. Non è logico».
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