E il dossier vitalizi finisce in un cassetto pronto per riemergere alle prime difficoltà

Venerdì 1 Giugno 2018 di Diodato Pirone
La Camera dei Deputati
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Che fine hanno fatto i tagli ai vitalizi dei parlamentari? I 915 nuovi senatori e deputati (ai quali peraltro il vitalizio è negato in base alla riforma del 2012) si sono insediati il 23 marzo e da aprile, con l'elezione degli uffici di presidenza delle due camere, è partito l'iter per il  ricalcolo o addirittura l'eliminazione dei vitalizi. In quei giorni sono state trasmesse ore e ore di trasmissioni televisive e di talk show ma poi il tormentato parto durato tre mesi del governo M5S-Lega ha fatto finire il dossier vitalizi nel dimenticatoio.

E li per ora rimane. Del resto due membri dell'ufficio di presidenza della Camera, il vicepresidente leghista Lorenzo Fontana, e il questore pentastellato Riccardo Fraccaro, in queste ore stanno diventando ministri e dunque è inevitabile che tutto sia fermo. Prima di ricominciare a parlare del tema bisognerà aspettare che si definiscano i sottosegretari, la prossima settimana, che potrebbero scompaginare ulteriormente i due uffici di presidenza.

Quello che resta sul tavolo è una indagine che gli uffici della Camera hanno fatto dei 2.200 vitalizi pagati da Camera e Senato per capire meglio come sono stati calcolati. Un lavoro complicato perché molti dei vitaliziati sono persone avanti negli anni, parecchi ultranovantenni e a riposo da decenni, che spesso hanno cominciato a versare i contributi alla Camera o al Senato anche più di 60 anni fa con regole molto diverse da quelle attuali. Cambiare loro le carte in tavola senza commettere ingiustizie richiede un lavoro certosino con effetti praticamente nulli sui conti pubblici perché il risparmio massimo sui vitalizi potrà ammontare a poche decine di milioni l'anno su una spesa previdenziale complessiva dello Stato di 260 miliardi annui.

Ma questi dettagli annoiano gli elettori. A molti dei quali basta "comprare" il tema della lotta al vitalizi senza appensantirlo di tecnicismi sui "diritti acquisiti" che valgono per tutti gli italiani, politici compresi, per dare il voto a questo o quel partito.

Di qui l'improvviso silenzio sul tema. C'è da scommettere però che tornerà in auge non appena il governo M5S-Lega dovrà affrontare qualche difficoltà o qualche scelta difficile. Come il marketing elettorale obbliga a fare.
Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 19:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA