Di Maio e Salvini, la coppia del rinvio innervosisce il Quirinale

Lunedì 14 Maggio 2018 di Marco Conti
Di Maio e Salvini, la coppia del rinvio innervosisce il Quirinale
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E se anche la giornata di oggi finisse con un nulla di fatto? Ce lo chiedevamo alle tre del pomeriggio, prima che Luigi Di Maio arrivasse al Quirinale per chiedere altro tempo al presidente della Repubblica. 

Di Maio esce dall’incontro in compagnia dei due attoniti capigruppo, Toninelli e Grillo, che ascoltano il loro leader con sconcertante sussiego. “Stiamo cambiando i riti della politica”, sostiene Di Maio beccandosi un boato spontaneo delle decine di giornalisti che da settimane trascorrono più tempo al Quirinale che a casa. Altri giorni, ma per far cosa? Semplice. Il programma, sostiene l’ex presidente della Camera, perché “stiamo scrivendo la storia” ma prima c’è la geografia delle poltrone che non riescono a spartirsi.

Soprattutto, a dividere grillini e leghisti, è la poltrona di palazzo Chigi che Salvini non vuol dare a Di Maio e quest’ultimo non intende concederla a Giorgetti. Quindi, logico chiedersi che siano venuti a fare al Quirinale visto che Sergio Mattarella non ha nessuna competenza sul programma mentre si attendeva una parola chiave sul nome che Lega e M5S intendono proporre per Palazzo Chigi.

Difficile, se non impossibile, che nel corso della riunione non si sia parlato del nome del presidente del Consiglio. Ma più che una rosa Di Maio deve aver illustrato a Mattarella un intero roseto pieno di spine e veti incrociati.

Come se niente fosse Di Maio, d’intesa con Salvini, chiede altre tre giorni e dice pure di aver consapevolezza degli appuntamenti internazionali che attendono il nuovo governo. Resta comunque una domanda senza risposta. Ma che ci sono andati a fare se il “pronti su tutto” si è rivelato come l’ennesimo bluff che ha innervosito non poco il Capo dello Stato.

 
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