Centrodestra, patto fra Berlusconi e Salvini: «Insieme per battere Grillo»

Sabato 30 Settembre 2017 di Emilio Pucci
Centrodestra, patto fra Berlusconi e Salvini: «Insieme per battere Grillo»

Lo schema di Silvio Berlusconi per le prossime elezioni del 2018 resta quello dell'alleanza con Lega e FdI con una novità: il leader del centro-destra e premier del futuro governo potrebbe essere colui che prende più voti.

«Vedremo, c'è tempo», ha detto ieri ai fedelissimi l'ex Cav. arrivato a villa San Martino per festeggiare il suo compleanno. «Ci sono personaggi di grande livello pronti argomenta il Cav - a lasciare le cose che stanno facendo, nell'impresa soprattutto, per dedicarsi al Paese». Nessun passo indietro, però: «Sarebbe una iattura se dovesse vincere» M5S, «bisogna affidarsi a chi, come me, è stato 10 anni al governo». In alternativa Berlusconi ipotizza Marchionne e Draghi, nomi però non condivisi da Salvini.

L'ASSE
Ma nella telefonata di auguri che il leader leghista ha fatto al Cavaliere sembra essere emersa una bozza d'accordo fra i due: il leader della coalizione e del possibile governo sarà quello fra i due che prenderà più voti.
Un patto che potrebbe essere cementato da un emendamento comune alla legge elettorale che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. L'obiettivo del rinnovato asse Berlusconi-Salvini è uno solo: sbarrare la strada ai pentastellati descritti come una vera e propria disgrazia per l'Italia.

«Io penso che il centrodestra deve vincere perché sarebbe una iattura per l'Italia se prevalessero altre forze che tutti chiamano populiste. Io ho rispetto per il popolo italiano e le chiamo in altro modo», ha detto ieri sera Silvio Berlusconi parlando con Repubblica.tv. «Sono assolutamente convinto - ha aggiunto - che la possibilità unica di avere un buon governo non è affidarsi a chi non ha fatto nulla nella vita ma chi ha fatto tanto».

I RAPPORTI
La strategia comune fra i due leader sarà condivisa anche con Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d'Italia. Un incontro tra i due leader e la Meloni ci sarà la prossima settimana.

L'altro novità emersa ieri è che il Ppe ha fatto cadere il veto sul Carroccio, declassato a forza non pericolosa. La mission di Josepf Daul presidente del Ppe nella sua due giorni italiana (prima ad Arcore, poi dopo aver incontrato Cesa ieri ha visto Alfano e Lupi) è stata all'insegna di un centrodestra unito guidato da FI. La tela del presidente del Ppe prevede sì il ridimensionamento di Salvini ma nessuna fatwa. L'offerta rivolta al Cav è quella di fare una lista Ppe, inserendo Ap e l'Udc: lo spauracchio è M5S, bisogna scongiurare un asse con la Lega.

L'ex premier ha ricordato all'ospite che i rapporti con i centristi di Alfano non sono idilliaci. «Dopo l'alleanza tra Pd e Ap in Sicilia non si può neanche discutere di una riappacificazione», ha confermato ai dirigenti di FI Ghedini. Alfano e Lupi hanno spiegato a Daul che tra Ap e FI ci sono di mezzo Salvini e Meloni. Eppure il Ppe insistera' nel tentativo di allargare la squadra del Cavaliere anche ai centristi.

Ma sul fronte centrista difficoltà arrivano anche d un grande vecchio come Ciriaco De Mita.

L'ex leader della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio ha radunato ieri a Roma un pezzo della storia della Dc e non ha risparmiato critiche al Pd («un partito che piuttosto che allargare il consenso lo rinchiude») e a Berlusconi: «Uno che ha 80 anni e che non esprime un pensiero, ma recita».

Ultimo aggiornamento: 20:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA