Migranti, Aquarius cerca un porto. Roma, pressing sulla Libia

Martedì 14 Agosto 2018 di Sara Menafra
Migranti, Aquarius cerca un porto. Roma, pressing sulla Libia

È di nuovo scontro sul destino della nave Aquarius. Da ieri mattina, l'imbarcazione di Sos Mediterranee con personale Msf a bordo è ferma a 32 miglia marine dall'Italia in attesa di indicazioni da parte dei paesi europei sul destino suo e dei 141 migranti raccolti nel corso di due operazioni di soccorso coordinate dall'autorità libica che, però, l'altra mattina non ha voluto indicare un place of safety per lo sbarco dei migranti, invitando la nave ong a dirigersi verso Nord. La Commissione europea ha dichiarato che si occuperà di chiedere disponibilità ai singoli paesi, ma ieri sera ancora nessuno si era fatto avanti ufficialmente.

TONINELLI E SALVINI
Come è già accaduto nel corso dell'estate, la situazione è complicata e non è chiaro quali e quanti paesi si offriranno per accogliere questi naufraghi, la stragrande maggioranza dei quali viene da Eritrea ed Etiopia, 67 sono minori non accompagnati, 2 bambini molto piccoli e 2 donne incinte. Per oggi Msf e Sos Mediterranee hanno convocato una conferenza stampa a Parigi. L'Italia si è immediatamente sfilata, per bocca del ministro dei Trasporti, competente sulla Guardia costiera, Danilo Toninelli: «L'Ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi», ha scritto su Twitter. «La Aquarius può andare dove vuole, non in Italia», ha ribadito Salvini. I sindaci di Palermo e Napoli, Leoluca Orlando e Luigi De Magistris hanno formalmente «offerto» i loro porti anche se la competenza sull'approdo è del Viminale e in serata, con indiretta risposta all'Italia, Gibilterra ha fatto sapere che dal prossimo 20 agosto le toglierà il diritto di battere la sua bandiera: «Si è registrata come barca di ricerca, non di salvataggio», è la spiegazione formale mentre arriva il no anche da Londra (il quarto dopo Spagna, Italia e Malta).

IL CASO LIBIA
La posizione di Roma è, appunto, a dir poco attendista. Ma l'atteggiamento di Tripoli che ha coordinato i soccorsi senza indicare un porto sicuro preoccupa. Il punto è politico: sebbene molto probabilmente Sos Mediterranee non accetterebbe mai di attraccare in Libia, il fatto che alla richiesta formale sia stato il governo di al Sarraj a tirarsi indietro mette in imbarazzo l'Italia e rende meno convincente il suo costante pressing sull'Ue perché consideri Tripoli il partner principale dei soccorsi nel Mediterraneo centrale. Alcuni giorni fa, in occasione di un altro soccorso, le autorità italiane avevano molto premuto su quelle libiche perché si spingessero a dichiarare i loro porti «sicuri» per l'approdo dei migranti. La Libia non cede: i rapporti politici con le ong sono pessimi e più in generale il governo non vuole mostrarsi troppo suddito dell'Europa, tanto più perché Haftar, attacca apertamente il dialogo «troppo stretto» con l'Italia.

IL RIFIUTO DEI SOCCORSI
Il viaggio della Aquarius ha evidenziato anche un nuovo fenomeno: l'altra sera, sempre su indicazione della Libia, la nave umanitaria avrebbe cercato di soccorrere una piccola imbarcazione con 15 tunisini a bordo che avrebbero rifiutato l'aiuto per paura di essere riportati indietro.

Dopo alcune ore e dopo essere stata sorvegliata a distanza proprio dalla Aquarius, la barchetta sarebbe stata soccorsa dalla Guardia costiera, mentre l'altra notte a Lampedusa sono arrivati 100 migranti, tutti su piccole imbarcazioni. Le autorità italiane non confermano questa versione dei fatti: i tunisini, una volta arrivati a Lampedusa, hanno detto di non aver incontrato nessuno. Sulla stessa linea si è mossa Malta che ha rifiutato l'approdo alla Aquarius ma allo stesso tempo ha fatto sapere che la sua Marina ha salvato 114 persone trovate alla deriva su una barca che affondava. Dopo questo soccorso, avvenuto a circa 53 miglia nautiche a sud dell'isola, i migranti sono stati portati a Malta. E intanto Angela Merkel rilancia la trattativa con Roma sul ritorno in Italia dei migranti che hanno attraversato il confine: «Le trattative con la Grecia sono andate molto avanti, quelle con l'Italia dureranno un pò. E ovviamente, se fosse necessario, sarei a disposizione per parlare con il premier».

Ultimo aggiornamento: 19:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA