Usa in shutdown, dai lavoratori senza stipendio ai parchi chiusi: cosa succede ora

Sabato 20 Gennaio 2018
Usa in shutdown, dai lavoratori senza stipendio ai parchi chiusi: cosa succede ora
Stati Uniti in 'shutdown'. Arriva lo stop alle attività amministrative dopo il voto negativo del Senato al provvedimento per finanziare il bilancio del governo. Senza la fumata bianca, cala quindi la saracinesca su molti uffici governativi, dipartimenti e agenzie federali. Nel 2013, anno dell'ultimo shutdown, circa 850.000 dipendenti del governo rimasero a casa in congedo per 16 giorni. È ipotizzabile una situazione analoga anche nel 2018. I servizi essenziali continueranno, anche se i lavoratori saranno senza stipendio, ha detto ai giornalisti il ​​direttore dell'ufficio della direzione e del budget, Mick Mulvaney. I servizi essenziali comprendono il Social Security, i sistemi di previdenza e assistenza sociale che continueranno ad erogare pensioni e sussidi, e il servizio militare attivo, il cui personale rimarrà al suo posto. Circa 1,3 milioni di membri delle forze armate potrebbero però lavorare senza paga regolare se lo shutdown dovesse prolungarsi fino al 1° febbraio.

La consegna della posta continuerà normalmente, poiché il servizio postale degli Stati Uniti ha il proprio flusso di entrate. Un altro settore che non subirà impatti è il trasporto aereo. I controllori del traffico aereo, gli addetti al controllo della sicurezza della Transportation Security Administration (TSA) e gli agenti di protezione doganale e di frontiera rimarranno sul posto di lavoro. «Tutte queste persone lavoreranno per niente, il che non è semplicemente giusto», ha detto Mulvaney. Fino a 418 parchi e siti nazionali potrebbero chiudere i battenti, sebbene il Dipartimento degli Interni stia lavorando per garantire comunque l'accesso dei visitatori. Da parte sua il dipartimento di Giustizia ha un piano di emergenza in base al quale circa 95 mila dei suoi quasi 111 mila dipendenti continuerebbero a lavorare. Le corti federali, compresa la corte suprema, resteranno aperte. La chiusura ostacolerà le attività della Federal Emergency Management Agency (FEMA), che sta affrontando le conseguenze di numerosi disastri naturali tra cui l'uragano che ha lasciato Puerto Rico in gran parte senza elettricità per mesi e gli incendi in California. L'agenzia potrebbe essere costretta a concedere la licenza a molti dei suoi dipendenti a tempo pieno ritenuti non essenziali, ha riferito il Washington Post.

Potrebbero subire conseguenze le pratiche e la posizione di 700.000 immigrati attualmente coinvolti nel Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals).
Non è stata al momento ipotizzata alcuna soluzione e non ci sono provvedimenti all'orizzonte. La deadline per il programma scade il 5 marzo. Non possono essere escluse conseguenze nemmeno sui 9 milioni di minori attualmente coperti dal Children's Health Insurance Program. Oltre 680.000 residenti di Washington potrebbero trovarsi alle prese con lo stop della raccolta dei rifiuti, visto che il bilancio municipale è legato a quello federale. Il sindaco Vincent Grey ha tuttavia assicurato che continuerà a mantenere al lavoro tutti i dipendenti pagandoli con fondi di emergenza.
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