Quarto giorno consecutivo di proteste in America contro l'elezione di Donald Trump e le politiche da lui annunciate in campagna elettorale. Duecento gli arresti a Los Angeles per non aver rispettato l'ordine di disperdersi, mentre a Portland, Oregon, dove le contestazioni sono degenerate in vandalismi, un manifestante è rimasto ferito da uno sconosciuto che la polizia sta ancora ricercando. Ma la gran parte dei cortei che attraversano varie città americane restano pacifici, come quello di migliaia di persone che hanno sfilato oggi a New York da Union Square sino alla blindatissima Trump Tower sulla Fifth avenue, dove risiede il presidente eletto. E dove un suo fiero oppositore, Michael Moore, il regista premio Oscar nel 2003 per "Bowling for Columbine", è riuscito ad entrare indisturbato aggirandosi con il suo iPhone nei meandri del grattacielo.
La tensione però resta alta, anche per il rischio di provocazioni o scontri con attivisti della parte opposta. Poco chiaro ancora l'episodio di Portland, dove a sparare, prima di fuggire a bordo di un'auto, è stata una persona che aveva avuto un alterco con un dimostrante. Anche ieri sera, come la precedente, qui la protesta è diventata violenta, con atti vandalici contro negozi e auto parcheggiate, costringendo la polizia ad usare i lacrimogeni. A Los Angeles, dove sono scese in piazza circa 3000 persone, che hanno manifestato pacificamente, 200 di loro sono state arrestate per non aver ottemperato all'invito delle forze dell'ordine di disperdersi dopo il corteo. Altre marce si sono viste a Detroit, Minneapolis, Kansas City, Olympia, Iowa City.
Anche a Washington, la capitale, ci sono stati rulli di tamburo, con oltre 200 persone radunatesi davanti a Capitol Hill urlando «Not my president», «No Trump, no Kkk, no Fascist Usa».