Trump insiste sui dazi poi lascia il G7 e va «in missione di pace» da Kim

Sabato 9 Giugno 2018
Trump insiste sui dazi poi lascia il G7 e va «in missione di pace» da Kim
«Ora parto per una missione di pace». A Donald Trump quasi brillano gli occhi nel congedarsi in anticipo dal clima ostile del G7 canadese, pronto a volare per Singapore dove l'attende il palcoscenico internazionale che in questo momento davvero gli interessa: il vertice con il leader nordcoreano Kim Jong-un, quello che può davvero consegnarlo alla storia. Un suo chiodo fisso ormai da mesi, un appuntamento voluto con tutte le sue forze, per riuscire lì dove nessuno dei suoi predecessori è riuscito. Altro che Bill Clinon, George Bush o Barack Obama.

E pazienza se Angela Merkel, Emmanuel Macron e quasi tutti gli altri leader del club del G7 lo guardano visibilmente perplessi e un po' seccati al termine del summit più difficile che il tycoon ha dovuto affrontare da quando è arrivato alla Casa Bianca. Lui li molla prima della fotografia di rito finale, quando ancora i lavori sono in pieno svolgimento e bisogna affrontare altri temi delicati come quello delle politiche sul clima. Nel lasciare la pittoresca Charlevoix però Trump non rinuncia a sferrare gli ultimi schiaffoni agli alleati di una vita degli Usa, a cui dà «un 10» sul fronte dei rapporti personali ma che minaccioso torna a mettere in guardia: attenti a rappresaglie sui dazi - il suo monito - «sarebbe un gravissimo errore».

 


«Gli Stati Uniti sono stati penalizzati per decenni, non possiamo più consentire che questo succeda. Le tariffe scenderanno, siamo come il salvadanaio da cui chiunque può rubare: questa storia ora finisce», ha detto Trump, ponendo fine alla sua giornata cominciata con l'arrivo in ritardo alla colazione di lavoro sul tema della 'gender equality'. «Abbiamo tenuto discussioni produttive sulla necessità di avere rapporti equi. Non possono imporci tariffe del 270% mentre noi non applichiamo tariffe. Questo non può funzionare più», scandisce, prima di puntare il dito contro i suoi predecessori. «Mi sono congratulato con i leader degli altri paesi, che sono stati capaci di concludere accordi incredibilmente vantaggiosi per loro. Non me la prendo con gli altri: i rapporti con gli altri leader sono da 10», dice rispondendo ad una domanda della Cnn, etichettata ancora una volta come «fake news».

 


«Me la prendo con chi ci ha rappresentato in passato: le cose devono cambiare e cambieranno. La mia non è una speranza, le cose cambieranno al 100%», ha incalzato ancora, rivolgendosi di fatto a tutti i partner. «L'Unione Europea è brutale nei confronti degli Stati Uniti e lo sa. Quando glielo faccio notare, mi sorridono», ha continuato.

«Non riescono a credere di essersela cavata così», ha proseguito facendo riferimento agli accordi che, sinora, avrebbero penalizzato gli Stati Uniti. Il discorso si allarga anche ai partner americani. «Il Canada non riesce a credere a quello che ha ottenuto. Con il Messico abbiamo un deficit commerciale da 100 miliardi che non comprende tutta la droga che entra nel nostro paese...». Sarebbe più semplice, ovviamente, se non ci fosse più alcun ostacolo: «Diventiamo dazi-free e sussidi-free», dice Trump accennando alla proposta, da lui stesso definita «estrema», di abolire completamente ogni barriera. «Ora, che funzioni o non funzioni, questo non lo so, ma io l'ho suggerito», ha aggiunto. 

Di sicuro, ribadisce, «sarebbe una cosa positiva avere la Russia di nuovo nel G8. Noi cerchiamo la pace, non siamo qui per fare giochi. Sarebbe una cosa positiva per la Russia, per gli Stati Uniti e per il mondo intero». Riguardo poi alle posizioni degli altri leader, il presidente americano riferisce che «si è discusso, non c'è stato un voto, ad alcuni piace l'idea». I giornalisti gli ricordano che l'esclusione della Russia dal G8 è scattata dopo l'occupazione e l'annessione della Crimea. «Chiedetelo ad Obama -replica Trump- è stato lui ha permettere alla Russia di avere la Crimea, chiedete a lui perché. Detto questo, è successo tanto tempo fa».

Ma mentre parla con i giornalisti durante la sua conferenza stampa finale si capisce dallo sguardo che orami pensa solo a Singapore e al faccia a faccia con Kim, che può aprire nuovi orizzonti anche sul fronte dei rapporti con la Cina e con la Russia. È lì che può essere posta la prima pietra di quel nuovo ordine mondiale che forse Trump ha in mente, e che prevede la sostanziale rottamazione del vecchio, quello che per 70 anni è stato guidato dagli Usa alla testa delle democrazie occidentali. Un sistema fondato su quel globalismo e quel multilateralismo che il tycoon sembra adesso voler relegare definitivamente in soffitta, in nome di una politica protezionista e nazionalista professata nel programma dell'America First. E puntando soprattutto sui rapporti bilaterali, a partire da quelli con gli uomini forti del pianeta: Vladimir Putin e Xi Jinping.

Crede molto Donald Trump alle sue capacità nel one to one, sviluppate nella sua carriera di businessman: «Mi basteranno pochi minuti per capire se Kim vuole davvero la pace», afferma compiaciuto. «La mia - insiste - è una
missione di pace. Sono fiducioso». The Donald è convinto che il leader nordcoreano coglierà «l'occasione unica» e farà «una cosa positiva per il suo Paese, la sua famiglia». 

Con Xi, nonostante il duro scontro in atto con la Cina sui dazi, il feeling è innegabile: Trump - come lui stesso ha scherzato tempo fa - vorrebbe persino emularlo nel farsi eleggere presidente a vita. Con Putin, poi, l'attrazione sembra fatale, nonostante le accuse a Mosca di interferire nella politica Usa e i sospetti di aver appoggiato proprio Trump alle presidenziali del 2016. Ma, dopo quello con Kim, l'incontro con lo zar del Cremlino è l'altro pallino fisso del tycoon, che già da tempo ha invitato Putin a Washington. Spaccando il G7 anche sulla necessità di far tornare al tavolo la Russia. Questo nonostante nelle stesse ore il capo dell'intelligence Usa, Dan Coats, rilanciava l'allarme: l'obiettivo di Mosca è quello di spaccare l'alleanza atlantica, non possiamo permetterglielo. Chissà se il tycoon ascolterà questo e altri appelli alla cautela che arrivano dalla sua stessa amministrazione.

 
Ultimo aggiornamento: 21:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA