Sotto la gonna, gli shorts: le studentesse inglesi si attrezzano contro le foto dei compagni molesti

Mercoledì 28 Marzo 2018 di Sabrina Quartieri
Foto The Independent
Giacca, gonna plissé fino al ginocchio e ora anche gli “shorts”. Perché le studentesse britanniche non si sentono più al sicuro: nelle scuole infatti, il fenomeno del cosiddetto “upskirting” di cui sono vittime le ragazze, sembra fuori controllo. La pratica messa in atto dai compagni di classe consiste nel posizionare i cellulari sotto le gonne, scattare fotografie osé e condividerle sui social network. Stanche di questi abusi e decise a proteggersi, le studentesse sono quindi corse ai ripari, indossando oltre alla classica divisa anche dei pantaloncini. A denunciare la situazione è Mary Bousted, Segretario Generale congiunto del più grande sindacato scolastico britannico - la National Education Union (NEU). In un’intervista rilasciata a The Independent, la leader si è detta stupita del fatto che «nel XXI secolo le ragazze e le donne debbano coprirsi per non diventare preda di queste pratiche», che rendono le studentesse vulnerabili. Queste infatti a scuola si sentono sempre meno al sicuro, tanto da evitare di trascorrere il tempo libero, tra una lezione e l’altra, negli spazi pubblici.

Tutto ciò dimostra quanto «la società sia andata indietro. Ma non sono solo le ragazze a essere diventate più caute. Anche le insegnanti sono sempre più concentrate a osservare l’uso che viene fatto dei cellulari in classe», ha spiegato la signora Bousted. La stessa ha poi aggiunto che in vista del prossimo appuntamento della sezione “Association of Teachers and Lecturers” della conferenza sindacale, i membri prenderanno in considerazione una mozione sulle molestie sessuali. Pratiche che «negli istituti scolastici si sono normalizzate, dopo essere diventate parte della cultura adolescenziale», ha sottolineato il Segretario. Già lo scorso anno, un rapporto del NEU e della campagna sull’uguaglianza di genere del gruppo UK Feminista aveva fatto emergere un dato allarmante, ovvero che quasi quattro ragazze su dieci erano risultate vittime di molestie sessuali a scuola.

Di questo «la Conferenza è molto preoccupata, perché se gli istituti agiscono (su base individuale) per contrastare tale fenomeno – ha precisato la Bousted – a farsi sentire è la mancanza di una politica del governo che affronti il problema». Durante le vacanze di Pasqua la sezione dell’“Association of Teachers and Lecturers” discuterà una mozione affinché le scuole possano avere le necessarie risorse per mettere fine alle molestie sessuali. E alla domanda sull'impatto della campagna #MeToo, lanciata proprio per denunciare le violenze subite dalle donne, la signora Bousted ha risposto spiegando che il movimento «non riguarda solo le attrici glamour di Hollywood e che è bello che loro abbiano parlato, perché sono dei modelli, ma questo problema pervade ogni aspetto della società e le scuole non ne sono immuni», ha concluso la leader sindacale.
 
Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA