Brexit, muro della Ue contro Londra
«I britannici non si facciano illusioni»

Domenica 30 Aprile 2017 di Alessandro Cardini
Brexit, muro della Ue contro Londra «I britannici non si facciano illusioni»

BRUXELLES Nessuna cospirazione contro il Regno Unito, dice la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il conto della Brexit sarà salato, dice il premier olandese Mark Rutte, uno dei leader (pochi) che vuole accelerare le discussioni sulle relazioni future tra Ue e Londra. Il Regno Unito «dia una risposta seria» agli oltre 3 milioni cittadini Ue residenti sui loro diritti, avverte il presidente Ue Donald Tusk.
Uno dopo l'altro i leader europei fanno quadrato per l'avvio del negoziato del secolo, il più incerto negli esiti e nei rischi. Il via libera alle linee guida che saranno seguite dalla Ue è unanime, un ok in quattro minuti. Mai visto. Negoziato in due fasi: prima sulle condizioni di divorzio poi la regolazione del futuro. Priorità principali: diritti dei cittadini e rispetto degli obblighi finanziari, cioè la fattura da pagare per l'uscita (per la Ue oltre 60 miliardi). Il resto si vedrà dopo.

LE PREOCCUPAZIONI
Unità forte, esibita quasi ossessivamente. Non era scontata tenendo conto della crisi grave che attraversa l'Unione, di cui Brexit è solo un drammatico aspetto. Brexit riunifica i 27': durerà? La risposta è: speriamo. «Il negoziato con Londra comincerà dopo le elezioni dell'8 giugno (legislative convocate da Theresa May ndr) e sarà difficile, come sarà difficile mantenere l'unità dimostrata adesso, faremo di tutto per conservarla», ha detto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, come al solito schietto. Aggiungendo: «Quando tratteremo le questioni del bilancio ci saranno decisioni difficili, ci sono paesi che non vogliono pagare di più e paesi che non vogliono meno soldi».

E Paolo Gentiloni: «Non sarà facile, il divorzio avrà una complicazione tecnica-economica straordinaria, per noi la priorità assoluta è la difesa dei diritti acquisiti dal mezzo milione di cittadini italiani che risiedono nel Regno Unito: senza un accordo su questo, non possono esserci intese serie».
I 27' definiranno nel dettaglio il mandato per il negoziatore unico Michel Barnier, via libera il 22 maggio. Il negoziato comincerà a fine giugno, dopo le elezioni britanniche. Per permettere la ratifica dell'accordo dovrà essere definito entro ottobre 2018. Un'impresa monumentale sia dal punto di vista politico che dal punto di vista tecnico (quest'ultimo aspetto sottovalutato dai britannici, secondo Juncker). I 27' ribadiscono di non voler punire, tuttavia si preparano anche al peggio. Scrivono: «L'Unione si preparerà per essere in grado di gestire la situazione anche nel caso in cui i negoziati fallissero».

VERIFICA IN AUTUNNO
L'accordo sulle relazioni future potrà essere definito e concluso solo dopo che il Regno Unito è diventato uno Stato terzo. Ma i 27' verificheranno in autunno se «sono stati compiuti sufficienti progressi» nella prima fase per passare alla seconda. I progressi dovranno riguardare i diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito (prima priorità); gli obblighi finanziari comprese sia passività note sia quelle potenziali (la fattura del divorzio è il vero scoglio); il rispetto degli accordi tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda (i 27' riconosceranno automaticamente la riunificazione se in tal senso si esprimessero gli irlandesi); la questione delle basi militari britanniche a Cipro; la regolazione delle dispute che non può prescindere dal ruolo della Corte di Giustizia europea (boccone indigesto per Londra).
«Prima si chiude il passato, poi si passa al futuro», insiste Tusk. E la cancelliera Merkel: «Nessuno deve farsi illusioni, spesso succede in questi momenti, facilitiamo le cose al regno Unito se noi parliamo con una voce unica, stiamo difendendo i nostri interessi». Niente negoziati paralleli, conferma Juncker, già irritato per lo stop britannico alla revisione del bilancio pluriennale Ue.

IL PREZZO DA PAGARE
François Hollande, al suo ultimo giro a Bruxelles: «Londra dovrà pagare un prezzo». La vera discussione tra i 27' sarà sul passaggio alla seconda fase': Olanda e Spagna vogliono fare in fretta. La prima fase «non deve durare troppo», dice Rutte (l'Olanda è uno dei paesi che più risentirebbe degli ostacoli ai commerci). Il negoziato sul dopo non sarà meno complesso: «L'accordo non può equivalere alla partecipazione al mercato unico o una sua parte perché ciò ne minerebbe l'integrità», scrivono i 27'. Deve «assicurare parità di condizioni in termini di concorrenza, aiuti di stato, comprendere salvaguardie contro vantaggi competitivi sleali attraverso misure e pratiche fiscali, sociali, ambientali e di regolazione».
Quanto al settore finanziario, tema bollente' per eccellenza, «dovranno essere rispettati standard e regole della Ue». Se le banche britanniche vogliono operare nel mercato unico non hanno altra scelta.
 

Ultimo aggiornamento: 10:37