La Crimea si mobilita, scontri tra ucraini e russi. Putin: «Intesa con l'Europa», ma insiste sul referendum

Lunedì 10 Marzo 2014 di Roberto Romagnoli
La Crimea si mobilita, scontri tra ucraini e russi. Putin: «Intesa con l'Europa», ma insiste sul referendum
​In Ucraina filo-russi e filo-ucraini fanno a botte mentre Putin, dopo aver parlato al telefono con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico David Cameron dice di aver trovato un’intesa per normalizzare la crisi. Peccato che nel corso della conversazione il presidente russo abbia ribadito ai due leader europei che «i passi intrapresi dalle legittime autorità della Crimea sono basati sul diritto internazionale e mirano a proteggere i legittimi interessi della popolazione della Crimea». In poche parole che il referndum sull’adesione della Crimea alla Russia - previsto per il 16 marzo - «è legittimo».



Difficile quindi immaginare che la Merkel possa confermare di essere d’accordo con Putin visto che la sua replica, riportata dal suo portavoce Steffe Seibert è stata di questo tono: «La cancelliera ha sostenuto con forza la posizione tedesca affermando che il referendum del 16 marzo sulla Crimea è illegale e contrario alla Costituzione ucraina e al diritto internazionale». L’unico punto su cui quindi i tre leader avrebbero accorciato le distanze sarebbe quello, pur importante, della creazione di un “gruppo di contatto” sull’Ucraina.



YATSENIUK DA OBAMA

E a proposito di contatti c’è da sottolineare quello che avverrà mercoledì a Washington e che avrà l’effetto di uno schiaffo nei confronti di Mosca. Dopodomani alla Casa Bianca Barack Obama riceverà infatti il primo ministro ad interim ucraino Arseni Yatseniuk. Il bilaterale servirà per cercare di individuare una soluzione pacifica all’intervento militare russo in Crimea «che possa rispettare - ha fatto sapere il portavoce della Casa Bianca Jay Carney - la sovranità ucraina e la sua integrità territoriale».

Nell’attesa che la diplomazia vada a dama, l’Ucraina continua a macinare giorni ad altissima tensione. Anche ieri, tra manovre militari e scontri tra opposte fazioni, ha prevalso il lato oscuro della crisi.



Secondo l’agenzia ucraina Unias forze militari russe avrebbero preso il controllo di un posto di guardia al confine ucraino nella Crimea occidentale mentre un intenso movimento di mezzi militari, tra i quali anche camion per il trasporto truppe si sarebbe registrato - secondo fonti dell’Ansa - lungo le arterie che da Sebastopoli portano verso nord. I mezzi sono diretti verso il “confine” con l'Ucraina.



OPPOSTE FAZIONI

A Simferopoli e Sebastopoli, maggiori centri della Crimea, e a Donetsk, la città orientale feudo del deposto presidente Yanukovich, ieri migliaia di pro-russi sono scesi in piazza al grido di “grazie Russia”. A Sebastopoli, dove si è svolta anche una manifestazione contro i russi, ci sono stati violenti scontri. «A Mosca stanno solo aspettando il nostro sì», ha detto il premier della Crimea Serghiei Aksionov, su cui pende un mandato di cattura spiccato da Kiev, alle migliaia di dimostranti filorussi radunati in piazza Lenin a Simferopoli. «Questa è la Primavera della Crimea», ha tuonato.



A Donetsk sotto l’onda d’urto di dicimila filor-russi che gridavano “Putin presidente” e “Donetsk città russa”, l'ex campione mondiale di pugilato Vitali Klitschko, candidato alle prossime presidenziali del 25 maggio in Ucraina nel fronte anti Yanukovich, è stato costretto ad annullare un discorso in cui avrebbe voluto dire agli abitanti di «restare uniti» di fronte alle «provocazioni» dei separatisti. Anche ieri, però. hanno vinto le provocazioni. Gli anti-russi hanno dominato nelle città occidentali. A Odessa in migliaia hanno sostato sventolando bandiere gialle e azzurre sulla storica scalinata Potemkin, mentre e a Uzhgorod sono state centinaia di centauri a sfilare per la città con le insegne ucraine.
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