Usa, Francia e Gran Bretagna attaccano la Siria. I russi: lanciati 100 missili. Damasco: danni limitati. Alle 17 riunione Onu

Sabato 14 Aprile 2018
Sira, Usa, Francia e Gran Bretagna attaccano nella notte

Attacco alla Siria nel cuore della notte. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato un'azione mirata contro il presunto arsenale di armi chimiche del governo di Bashar al Assad. Usati mezzi aerei e navali di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. L'attacco è durato poche ore e avrebbe colpito tre obiettivi, a Damasco e a Homs. Non si ha notizia di vittime civili e il capo del Pentagono James Mattis ha sottolineato lo sforzo per evitarle. «L'attacco è stato eseguito perfettamente. Missione compiuta», ha scritto Trump su Twitter. «Ogni obiettivo scelto è stato colpito son successo», afferma il Pentagono. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà alle 11 a New York (le 17 in Italia) per una riunione di emergenza, richiesta dalla Russia, sugli attacchi aerei in Siria.

 
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Una azione congiunta contro «barbarie e brutalità», l'ha definita Trump, dopo l'attacco chimico «crimine di un mostro» dei giorni scorsi. La premier britannica Theresa May precisa: «Non puntiamo a rovesciare il regime di Assad», ma «convincerlo a desistere dall'uso di armi chimiche». La Russia: aggredita una nazione sovrana, ci saranno conseguenze.



 

Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno lanciato più di 100 missili da crociera e aria-terra su obiettivi militari e civili in Siria, dice il ministero della Difesa russo. «Oltre 100 missili da crociera e missili aria-terra sono stati lanciati contro obiettivi militari e civili in Siria da navi statunitensi, britanniche e francesi», ha affermato il ministero citato dalla Tass. Un numero «considerevole» dei missili è stato «intercettato e abbattuto» dai sistemi di «difesa siriani», sostiene ancora Mosca. Fonti del regime di Assad affermano invece che contro la Siria «sono stati lanciati circa 30 missili, un terzo dei quali sono stati abbattuti».

 



L'operazione è durata poco più di un'ora, nel corso della quale sono stati colpiti principalmente tre obiettivi, come ha spiegato il Pentagono: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. I missili sono partiti sia da alcuni bombardieri sia da almeno una delle navi militari americane posizionate nelle acque del Mar Rosso.

La contraerea siriana ha intercettato 12 missili che erano diretti contro un base militare aerea a est di Damasco. Lo ha riferito il ministero della Difesa russa, citato dall'agenzia di stampa Interfax, secondo cui «la base di Dumayr è stata attaccata con 12 missili cruise e la difesa aerea delle Forze armate siriana li ha intercettati tutti». La dichiarazione di Mosca sembrerebbe indicare che quella base - che sarebbe stata utilizzata per lanciare l'attacco a Douma - poteva essere uno degli obiettivi dei raid degli Stati Uniti e degli alleati.

«I mezzi navali e aerei della Francia» hanno colpito alle tre di questa notte «il principale centro di ricerca di armi chimiche e altri due siti di produzione» del «programma chimico clandestino» del regime di Damasco, ha annunciato la ministra della Difesa francese, Florence Parly. «La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita», ha aggiunto la ministra. Una «buona parte dell'arsenale chimico» del regime di Damasco è stata distrutta dai raid aerei di questa notte sulla Siria, ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, intervistato da BFM-TV. «L'obiettivo di questa operazione - ha dichiarato il ministro - era di distruggere gli strumenti chimici clandestini del regime di Bashar al Assad e, per quanto riguarda questo, l'obiettivo è stato raggiunto». «Gli obiettivi fissati sono stati raggiunti», ha detto ancora il ministro degli Esteri francese. «Se la linea rossa (di attacchi chimici) sarà di nuovo oltrepassata, ci saranno altri raid, ma penso che la lezione sia stata compresa», ha agiunto.

 
 


Le Forze armate siriane hanno confermato che obiettivi del regime sono stati colpiti dagli oltre cento missili lanciati nella notte. In un comunicato letto in tv da un generale dell'esercito si riferisce che il raid sul centro di ricerca di Barzeh, a nordest di Damasco, ha provocato danni materiali e che la difesa siriana è riuscita ad abbattere molti missili dopo aver risposto all'attacco con «grande efficienza». L'esercito ha inoltre confermato che alcuni missili hanno mancato l'obiettivo, finendo su una base militare nei pressi di Homs e ferendo tre civili. Gli attacchi della coalizione occidentale non hanno causato danni nelle aree di Damasco in cui si trovano le sedi degli organi governativi e la residenza del presidente siriano Bashar al Assad, riferisce poi l'agenzia di informazione russa, Interfax. 

I raid non hanno fatto vittime tra i civili ed i militari siriani. Lo ha resto noto il responsabile del dipartimento operativo dello Stato maggiore russo, Sergei Rudskoi, secondo cui, «sulla base delle prima informazioni, non ci sarebbero vittime tra i civili ed i soldati siriani». Fonti di Damasco hanno parlato di tre feriti tra i civili siriani in un raid contro Homs.

Trump ha sciolto quindi le riserve e, a una settimana dall'attacco chimico alla città siriana di Duma, ha ordinato la rappresaglia in stretto coordinamento con Londra e Parigi. Lo ha fatto in diretta tv in un drammatico discorso alla nazione, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Assad, definito «un mostro» che massacra il proprio popolo. E, come raccontano alcuni testimoni, i primi missili Tomahawk cadevano su Damasco e Homs proprio mentre il presidente americano stava ancora parlando, intorno alle 22 ora di Washington, le tre del mattino in Italia.

 


«Questo è un chiaro messaggio per Assad», ha spiegato il segretario americano alla Difesa, l'ex generale James Mattis, assicurando come al momento non si registrino perdite tra le forze Usa e come sia stato compiuto ogni sforzo per evitare vittime civili. Del resto, ha sottolineato ancora il numero uno del Pentagono, si è trattato di un attacco mirato che ha avuto come obiettivo solo siti legati alla produzioni o allo stoccaggio di armi chimiche.

 
 




«Lo scorso anno il regime di Assad non ha compreso bene il messaggio», ha aggiunto quindi Mattis, riferendosi al precedente attacco militare Usa in Siria dell'aprile 2017: «Così questa volta abbiamo colpito in maniera più dura insieme ai nostri alleati. E se Assad e i suoi generali assassini dovessero perpetrare un altro attacco con armi chimiche, dovranno rispondere ancora di più alle loro responsabilità».


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La prima risposta di Mosca, stretta alleata di Damasco, è arrivata dopo l'annuncio della fine della prima ondata di raid e di bombardamenti: «Le azioni degli Usa e dei loro alleati non resteranno senza conseguenze», ha detto l'ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov. L'impressione di molti osservatori però è che gli obiettivi da colpire siano stati condivisi con Mosca, non fosse altro che per evitare incidenti e non colpire personale o postazioni russe in Siria.


 

Ultimo aggiornamento: 19:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA