Tornerà regolarmente a scuola domani il ragazzino friulano di origini algerine che gestiva chat e canali Telegram di propaganda jihadista e che è stato denunciato dalla Polizia di Stato dopo una lunga indagine per terrorismo. Il giovane, studente dei primi anni di un istituto superiore in Friuli, sempre frequentato con ottimo profitto, è stato controllato e monitorato per quasi un anno dalla Polizia Postale e dalla Digos di Udine.
Per lui, che ha continuato a studiare regolarmente anche nel corso delle indagini a suo carico, domani sarà un giorno come un altro, se si esclude il clamore mediatico della notizia. La scuola, infatti, non è stata informata della denuncia né dell'intera vicenda, sia i compagni che i professori non sono al corrente di chi possa essere il ragazzo, né tantomeno delle convinzioni estremiste e radicali che l'adolescente andava maturando. Conduceva una vita apparentemente simile a quella degli adolescenti della sua età, e molto probabilmente continuerà a farlo grazie alla rete di protezione stesa intorno a lui.
L'indagine si è svolta nel massimo riserbo, mantenuto anche al termine degli accertamenti per garantire e tutelare il minorenne, che è inserito in un percorso di recupero e deradicalizzazione stabilito dai servizi sociali, seguito da un team di psicologi ed esperti.
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