Strage di Brescia, Tramonte in fuga arrestato a Fatima. Sospeso l'ergastolo per Maggi: ai domiciliari

Mercoledì 21 Giugno 2017
Strage di Brescia, Tramonte in fuga arrestato a Fatima. Sospeso l'ergastolo per Maggi: ai domiciliari

Per gli inquirenti era pronto alla fuga, ma lui si è difeso: «Sono qui per pregare». Era irreperibile da venerdì mattina Maurizio Tramonte, l'ex informatore dei servizi segreti condannato dalla Cassazione all'ergastolo, con Carlo Maria Maggi, per la strage di Piazza della Loggia.

I carabinieri del Ros lo hanno arrestato a Fatima, in Portogallo, dove Tramonte era arrivato con la sua auto attraversando Francia e Spagna. «Non l'ho sentito dopo la sentenza della Cassazione», aveva detto in mattinata il suo legale, l'avvocato Marco Agosti. «Il mio compito era difenderlo in aula e non sapere i suoi spostamenti», il pensiero del difensore. Non si è spostato dalla sua casa di Venezia invece Carlo Maria Maggi, 80 anni, e lì resterà perchè la pena è stata sospesa e commutata nella detenzione domiciliare per le sue gravi condizioni di salute.

Tramonte è proprietario di un'agenzia immobiliare a Brescia, città dove ha da sempre la residenza in centro storico, e compirà 65 anni il prossimo 4 agosto. «Io non scappo.

Se la Cassazione confermerà la condanna farò l'ergastolo, ma non scappo perchè non ho fatto nulla», aveva detto Tramonte in un'intervista televisiva l'anno scorso. Il giorno di Pasquetta era partito per Lourdes, poi si era fermato dal fratello a Montpellier. Le autorità portoghesi sono in contatto con quelle italiane per la pratica di estradizione che potrebbe essere completata in pochi giorni. Al momento è in carcere in Portogallo.

«Sarebbe stato grave se fosse riuscito a far perdere le proprie tracce», ha commentato il procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria Dell'Osso che ora attende «quelle ulteriori tessere che mancano a completare l'intero mosaico sulla strage dai due procedimenti aperti: uno in Procura dei Minori a Brescia e il secondo dalla Procura ordinaria». Il giorno dopo la sentenza della Cassazione ha espresso soddisfazione il sindaco di Brescia Emilio Del Bono.

«È una vittoria di una città che testardamente ha voluto la verità processuale che non era scontato arrivasse», ha detto. «La sentenza disvela in maniera chiara la matrice politica di quella strage e mette un punto fermo sulla verità storica che era ampiamente acquisita ma che oggi si consolida». Per il primo cittadino di Brescia «seppur tardivamente le istituzioni hanno vinto la partita».

Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA