La Procura di Modena chiede un periodo di silenzio sul caso di Stefano Tondi, primario di Cardiologia aggredito con soda caustica a Vignola e ricoverato al Policlinico. «Chiediamo di poter lavorare nel riserbo e con tranquillità e non intendiamo fare dichiarazioni per un periodo stimabile in due settimane», dice il procuratore capo Lucia Musti.
Modena, primario aggredito con l'acido: la Procura chiede riserbo
Mercoledì 16 Novembre 2016La Procura, nel chiedere una sorta di 'treguà alla stampa, fa notare «l'estrema difficoltà dell'indagine, rappresentata dall'iniziale assenza di spunti investigativi: la casuale partecipazione della persona offesa come testimone al processo di Cardiologia, dato oggettivo immediatamente rilevato, non è mai stato una pista». Non ci sono telecamere, né testimonianze di vicini, «in aggiunta al fatto che le stesse persone offese, una colpita agli occhi e l'altra, il figlio, accorsa in difesa al padre, non hanno potuto fornire informazioni utili ai fini dell'indagine». Allo stato, «la pista più concreta porta alla professione svolta dal dottor Tondi». L'aggressione è del 10 novembre e l'inchiesta è per tentato omicidio, contro ignoti. «La pubblicazione di notizie non adeguatamente verificate - prosegue il procuratore - rischia di nuocere all'indagine stessa. A questo proposito, si smentisce la notizia pubblicata oggi sulla stampa locale, secondo cui non sarebbero state trovate tracce sulla pistola: i Ris devono ancora procedere alla rilevazione delle impronte e di ogni altra traccia». La Procura, «unitamente ai Carabinieri del reparto operativo di Modena - conclude Musti - sta lavorando alacremente e raccogliendo dati. Chiediamo di poterlo fare con tranquillità».