Fabo, lo strazio della fidanzata: «L'ultima notte insieme speravo non finisse mai»

Martedì 28 Febbraio 2017 di Claudia Guasco
Fabo e la fidanzata

dal nostro inviato
PFAFFIKON (Zurigo)

La mamma, la fidanzata Valeria e cinque amici. Tutto il mondo di Fabiano Antoniani, quarant'anni compiuti il 9 febbraio, è riunito nella stanza al primo piano della clinica affacciata sul lago. Il sole splende, il panorama è magnifico, ma lui non può vederlo. L'unica cosa che chiede è essere liberato dal dolore ed è quello che fanno i medici della Dignitas, con celerità e competenza. Tanto che ultime ore di Dj Fabo prima dell'eutanasia sono troppo poche per chi lo ama: «Vorrei che questa notte non finisse mai», scrive Valeria sabato notte.

NIENTE LACRIME
Prima di arrivare a questo letto dove il suo respiro si è fermato per sempre, la strada di Fabiano è stata complicata e dolorosa. Non voleva più vivere, si è confidato con la compagna e la madre, tramite Valeria ha contattato Marco Cappato. Tra i due si è creato un rapporto di fiducia e insieme hanno deciso di lanciare l'appello per una morte dignitosa. Un primo messaggio, poi due, tre. Tutti caduti nel vuoto. Così, il giorno del suo ultimo compleanno, Fabo amareggiato prende la sua decisione: «Andiamo in Svizzera - dice a Cappato - La politica non si fa sentire. Voglio impegnarmi in prima persona, voglio che la mia storia personale sia d'esempio».

Il meccanismo viene attivato, arriva il via libera dalla Svizzera. Si può partire. Cappato alla guida, Fabiano sul sedile posteriore, affrontano il viaggio verso Zurigo. L'atmosfera era serena. Niente lacrime, si raccomanda fin dall'inizio Fabiano, ed è il primo a dare il buon esempio. Affronta la missione con spirito battagliero e il suo primo messaggio è di denuncia, come ha promesso: «Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l'aiuto del mio Stato».

CIOCCOLATINI E FARMACI
La stanza riservata a Dj Fabo è spaziosa. Oltre al suo letto a due piazze, ci sono un divano e un divano letto. I cioccolatini sono sparsi ovunque, sul tavolino e sulle mensole, un dolce conforto per chi lo acompagna e in via del tutto eccezionale passerà con lui l'ultima notte. Di solito i parenti del malato si spostano negli hotel vicini, questa volta gli sono accanto fino all'ultimo. Una notte di dolore, ma anche di battute e di scherzi: «Certo che lo yogurt qui in Svizzera è proprio buono. Se non riesco a morire me lo porto in Italia». La sua paura più grande era proprio questa: che qualcosa andasse storto e la sua missione non andasse a buon fine.

«E ra sereno ma all'inizio delle procedure, sempre convinto di voler andare avanti, era in ansia perché temeva di non riuscire a mordere il pulsante che avrebbe attivato l'immissione del farmaco letale. Era preoccupato perché la sua cecità non gli permetteva di vedere dove fosse collocato con esattezza il pulsante», racconta Cappato. I medici, per legge, non possono compiere alcun atto che porti alla morte del paziente. Deve essere lui a bere la pozione di farmaci, ma poiché Fabiano era tetraplegico una macchina lo ha fatto al posto suo. L'ultima decisione è comunque avvenuta attraverso un atto volontario: stringere con i denti il bottone che ha attivato il meccanismo.

CREMATO
Non ha mai esitato, nemmeno di fronte agli psicologi obbligati dalla prassi a convincere il malato a desistere dall'eutanasia. E' stato sottoposto a diversi colloqui, l'ultimo, quello decisivo, tra le nove e le dieci di ieri mattina. Il mix di medicine era già pronto, acquistato in farmacia. La morte è arrivata in meno di mezz'ora e alle 11,40, da una stanza vicino a quella di Fabo, Cappato dato l'annuncio su Twitter: «Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo».

Alle cinque del pomeriggio in clinica si presenta la polizia per certificare il decesso e un carro funebre a portare via il corpo di Fabiano.

Probabilmente a Zurigo, dove potrebbe essere cremato già stamane prima di rientrare in Italia. La mamma, la fidanzata e gli amici se ne vanno, nessuno dice una parola. Li accompagna l'ultimo consiglio di Dj Fabo, quello di prendersi cura di sé: «Non prendetemi per scemo, ma devo chiedervi una cosa importante. Mi raccomando, quando andate in macchina allacciate sempre la cintura», dice ricordando il terribile incidente che gli ha strappato la vita e i sogni.

Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA