Giallo di Brescia, lunedì gli interrogatori dei due nipoti e dei due operai sospettati dell'omicidio

Sabato 19 Dicembre 2015
Giallo di Brescia, lunedì gli interrogatori dei due nipoti e dei due operai sospettati dell'omicidio

«Il paese vuole conoscere i colpevoli».

La svolta nell'inchiesta sulla scomparsa dell'imprenditore bresciano Mario Bozzoli, con l'iscrizione nel registro degli indagati dei due nipoti dell'industriale, Alex e Giacomo, e di due operai della fonderia di Marcheno, Oscar Maggi e il senegalese Abu, ha aperto la caccia al colpevole nel paese bresciano finito da due mesi al centro dell'attenzione nazionale.
 «La Procura se ha indagato i quattro lo ha fatto perchè convinta di arrivare alla soluzione del giallo», ha detto il sindaco del paese Diego Bertussi. Nei prossimi giorni, a partire da lunedì, dovranno però essere gli indagati a parlare. I fratelli Bozzoli e i due operai, tutti presenti in fabbrica la sera della scomparsa dell'imprenditore, compariranno davanti ai carabinieri per l'interrogatorio. Atto dovuto dopo le perquisizioni domiciliari subite nella giornata di venerdì e dalle quali non sono emersi particolari elementi. Ma nella prossima settimana la Procura disporrà nuovi accertamenti irrepetibili e nuove verifiche. Gli inquirenti vogliono scavare nei conti correnti dei due operai coinvolti nell'inchiesta con l'accusa di concorso in omicidio volontario e distruzione di cadavere. Cercano eventuali spostamenti di denaro successivi, o immediatamente precedenti, alla scomparsa di Bozzoli o comunque qualsiasi movimento di denaro particolare.

Oscar Maggi per esempio è sospettato proprio per la presunta ampia di disponibilità di denaro e poi per il grande interesse che avrebbe manifestato per la resistenza al calore del titanio. Elemento da non sottovalutare per gli inquirenti: lo scomparso Mario Bozzoli aveva infatti due protesi dentarie proprio in titanio. «Per quanto riguarda Ghirardini posso escludere che abbia incassato somme di denaro» spiega l'avvocato Marino Colosio il legale della famiglia di Giuseppe Ghirardini, l'addetto ai forni scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro e poi trovato morto. Se fosse ancora vivo, Ghirardini oggi sarebbe anche lui iscritto nel registro degli indagati con le stesse pesanti accuse dei due colleghi operai e dei due nipoti dell'imprenditore scomparso. Al momento contro i quattro indagati ci sono indizi, ma non prove di colpevolezza. Gli inquirenti sono convinti: «L'indagine sul giallo di Marcheno comincia ora».

Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 19:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA