«Il paese vuole conoscere i colpevoli». La svolta nell'inchiesta sulla scomparsa dell'imprenditore bresciano Mario Bozzoli, con l'iscrizione nel registro degli indagati dei due nipoti dell'industriale, Alex e Giacomo, e di due operai della fonderia di Marcheno, Oscar Maggi e il senegalese Abu, ha aperto la caccia al colpevole nel paese bresciano finito da due mesi al centro dell'attenzione nazionale.
Oscar Maggi per esempio è sospettato proprio per la presunta ampia di disponibilità di denaro e poi per il grande interesse che avrebbe manifestato per la resistenza al calore del titanio. Elemento da non sottovalutare per gli inquirenti: lo scomparso Mario Bozzoli aveva infatti due protesi dentarie proprio in titanio. «Per quanto riguarda Ghirardini posso escludere che abbia incassato somme di denaro» spiega l'avvocato Marino Colosio il legale della famiglia di Giuseppe Ghirardini, l'addetto ai forni scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro e poi trovato morto. Se fosse ancora vivo, Ghirardini oggi sarebbe anche lui iscritto nel registro degli indagati con le stesse pesanti accuse dei due colleghi operai e dei due nipoti dell'imprenditore scomparso. Al momento contro i quattro indagati ci sono indizi, ma non prove di colpevolezza. Gli inquirenti sono convinti: «L'indagine sul giallo di Marcheno comincia ora».