Zone rosse e Regioni che virano al giallo: l'inverno che ci aspetta, ma sarà migliore di un anno fa

Secondo gli esperti il plateau sarà raggiunto a Natale, con 30mila casi giornalieri. Ma la pandemia ha dimostrato di essere estremamente imprevedibile

Domenica 14 Novembre 2021 di Mauro Evangelisti
Covid, zone rosse e Regioni che virano al giallo: l'inverno che ci aspetta (ma sarà migliore di un anno fa)

Provincia autonoma di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia e Marche. Sono queste le tre Regioni che, sulla base del numero dei ricoveri, sono più vicine al passaggio in fascia gialla. Non è detto però che succederà già la prossima settimana perché il sistema di limitazioni è differente da quello dell'inverno 2020. Si basa soprattutto sul tasso di saturazione dei reparti (l'allarme scatta quando sono occupati più del 10 per cento dei letti di terapia intensiva e più del 15 di area medica), ma le Regioni hanno un margine di intervento. Sia pure con alcuni limiti, possono attivare nuovi posti Covid e ovviamente questo fa scendere, a parità di ricoveri, la percentuale.

Inoltre, entrambi i valori devono essere sopra il limite (e l'ncidenza deve essere sopra i 50 casi ogni centomila abitanti su base settimanale) e ciò rallenta il passaggio in fascia gialla.

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Tra l'altro questo evento comporta modeste limitazioni: obbligo di indossare la mascherina anche all'aperto, limite di quattro persone al tavolo al ristorante se non conviventi. Il decreto legge dell'11 ottobre prevede anche che per musei e teatri la capienza massima scenda al 50 per cento, così come scende quella consentita negli stadi e al palasport. Lo stesso decreto parla di apertura delle discoteche solo nelle Regioni in fascia bianca. In giallo non ci sono limitazioni agli spostamenti.

Il confronto con l'anno scorso

Si tratterebbe di una serie di misure molto meno severe di quelle decise ad esempio da Austria e Olanda, ma neppure paragonabili a quelle in atto in Italia a novembre-dicembre del 2020. Macchina del tempo, andiamo indietro di un anno: 14 novembre 2020, gli ospedali sono al collasso, solo cinque regioni sono in giallo, sei sono in rosso, tutto il resto è in arancione. E le regole, vista la drammaticità della situazione, sono molto più severe, perfino in giallo scatta il coprifuoco alle 22, mentre nelle sei regioni in rosso sono vietati gli spostamenti, chiusi i ristoranti, aperti solo alimentari, farmacie ed edicole.

 

Il 14 novembre 2020 si contarono oltre 37mila nuovi casi e 36mila ricoveri, oggi abbiamo meno di un quarto di positivi giornalieri e poco il 10 per cento dei pazienti in ospedale di allora. E tutto questo avviene con una vita normale, con stadi, centri commerciali e ristoranti pieni, non con la vita segregata di novembre 2020. Ovvio: vaccini e green pass hanno cambiato tutto, ma questo non significa che possiamo abbandonare la prudenza. Ci sono ancora 7 milioni di italiani non immunizzati, per molti senza terza dose si attenuerà la protezione, ciò che sta succedendo nei Paesi  limitrofi (la Germania ha più di quattro volte il numero di casi giornalieri dell'Italia, ma i veri numeri fuori controllo sono a est, a partire da Slovenia, Croazia, Romania e Bulgaria) inevitabilmente interessa anche noi. C'è un uragano che arriva da est, ha già fatto raddoppiare il numero di casi in due settimane in Italia e ora si vedono incrementi anche più a ovest, in Spagna.

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Zone rosse locali per eventuali cluster

Alcune grandi regioni come Veneto, Lazio e Lombardia hanno già superato i mille casi giornalieri ma, per fortuna, gli ospedali non sono ancora in difficoltà, le percentuali di riempimento sono ben al di sotto del limite di guardia. Gli esperti prevedono il raggiungimento del plateau attorno a Natale,  inizialmente si pensava attorno a 15mila casi giornalieri, l'accelerazione di questa settimana fa ritoccare quel dato a 30mila. Se però da parte della popolazione resta la consapevolezza che è necessaria ancora estrema prudenza, limiteremo l'impatto; il governo non vuole cambiare il sistema dei colori, semmai è possibile un irrigidimento di quello del Green pass. Inevitabili anche zone rosse locali, quando si sviluppano cluster particolarmente preoccupanti. Ad esempio ora nel Lazio è sotto osservazione Aprilia.

La pandemia imprevedibile

C'è un altro problema: questa fase della pandemia ha dimostrato una estrema imprevedibilità con rallentamenti e drammatiche accelerazioni, la Germania si è trovata nei guai davvero in pochi giorni, ma allo stesso modo le curve, in alcuni Paesi come il Regno Unito sono scese, sia pure molto lentamente, senza interventi drastici. Per questo oggi - salvo cataclismi - il governo esclude interventi aggiuntivi al sistema dei colori. Ma molto dipende da noi: serve maggiore prudenza di quella attuale e chi ha ricevuto la seconda dose da più di 180 giorni corra a fortificare la protezione con la terza. L'inverno sarà lungo.

Ultimo aggiornamento: 22:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA