Zona rossa in sette Regioni: chiudono Lombardia, Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia, Friuli e Marche

Giovedì 11 Marzo 2021 di Diodato Pirone
Zona rossa Lombardia, Lazio, Veneto, Piemonte e altre 5 regioni da lunedì. Nodi Abruzzo e Toscana, Sardegna bianca

Il Sars CoV-2 continua a farla da padrone e l’Italia torna in rosso. Oggi il governo dovrebbe varare le nuove regole destinate a portare in zona rossa tutte le Regioni con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti. Significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Lazio e Veneto, che hanno un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento.

Alle sette nuove rosse sicure probabilmente si aggiungeranno anche Calabria, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi.

Lazio zona rossa, da lunedì tutte le scuole in Dad. Parrucchieri e barbieri chiusi, ma si può andare nelle seconde case

Con dati al limite ci sarebbero invece Abruzzo e Toscana, che dovrebbero però rimanere in arancione assieme ad Umbria, Liguria, Puglia (quest’ultima in bilico col rosso) e Valle d’Aosta. In queste sei regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali. Si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna: la prima è l’unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna - ultima regione per vaccinazioni - per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca, quella in cui è prevista la possibilità di aprire tutte le attività.

CONTAGIATI A QUOTA 500 MILA
A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale. Ma basta dare un’occhiata superficiale al bollettino dei nuovi contagi di ieri per rendersi conto della gravità della situazione: quasi 26.000 nuovi contagi; altri 373 decessi; positività al 6,9%; altri 10 mila contagiati in più che diventano quasi 500.000 in totale.

Oggi il Consiglio dei ministri darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta dopo essersi consultato con le Regioni. I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa.

Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell’Italia a partire da lunedì, come ha detto il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province: una riunione informale che servirà all’esecutivo per illustrare le misure che dovrebbero essere approvate dal Cdm con un decreto legge. 

La velocità fulminea del virus ha obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa - bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo - e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta. 

 

Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato.
Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa. Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì.

Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di Regione a dover adottare - come già fatto per la chiusura delle scuole. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo. Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima grande città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici, la stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania. 

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 13:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA