Pd, Zingaretti chiama la piazza d'autunno contro il governo gialloverde

Martedì 6 Agosto 2019
Pd, Zingaretti chiama la piazza d'autunno contro il governo giallo-verde
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Il Partito democratico lancia la campagna per «mandare a casa il governo» con una mobilitazione che mira a culminare, in autunno, in una manifestazione nazionale contro Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il fuoco alle polveri lo dà il segretario Nicola Zingaretti, in un giorno però in cui il partito non appare monolitico davanti alle mozioni sulla Tav, in discussione domani al Senato.

La linea ufficiale la lancia il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: «Voteremo per la Tav e contro chi vuole continuare a bloccare le grandi opere pubbliche». Ma la questione non è così semplice. Oltre a quella Dem, ci sono altre mozioni pro Tav, come quelle presentate da FI e FdI. E poi, ci sarebbe anche un'altra possibilità, come suggerisce Carlo Calenda: uscire dall'Aula facendo passare la mozione del M5s contraria all'opera, provocando una crisi di governo, visto che la Lega e il premier Giuseppe Conte sono favorevoli.

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Insomma, ogni anima del partito ha propri obiettivi e strategie, fra chi vorrebbe mettere alle strette il governo e chi non sembra avere particolare fretta di andare al voto. Malgrado nel Pd ci siano contrasti sull'atteggiamento da tenere, la posizione più scomoda resta quella di Conte. «Non può fare lo struzzo - dice la vicesegretaria dem Paola De Micheli - se il governo non dovesse esprimersi in Aula ci sarà solo una cosa da fare un minuto dopo il voto della mozione di Di Maio: recarsi al Colle».

Dalle parti Dem non si aspettano che domani il governo cada.

Sarà una giornata di salti mortali politici, di capriole dialettiche, di avvitamenti di alleanze. Ma tutto passerà. A fine mattinata i lavori termineranno e il Senato chiuderà per la pausa estiva. Ecco che il segretario Pd prova a guardare oltre, chiedendo al governo «diviso e in affanno» di spiegare come risolverà la questione manovra: «Stanno distruggendo l'Italia. A settembre  i conti devono tornare. E senza sviluppo» ci saranno «o tagli ai servizi, o condoni, o deficit o nulla». Il rientro sarà quindi all'insegna del fiato sul collo al governo per la manovra e degli aggiustamenti organizzativi per la manifestazione nazionale. Un'iniziativa, quest'ultima, che potrebbe trovare consensi anche fra i renziani. Resta, da parte loro, la critica all'azione ritenuta ondivaga del partito. Per esempio, sulla mozione di sfiducia a Salvini ritengono che non sia stato colto l'attimo. Anche di quella se ne riparlerà a settembre.

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