Wagner, il dossier degli 007 sui migranti: «Così destabilizza l’Europa». Il documento: in atto una guerra ibrida

Per i servizi segreti le forze paramilitari «cercano di influenzare i traffici illeciti»

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Francesco Bechis
Wagner, il dossier degli 007 sui migranti: «Così destabilizza l’Europa». Il documento: in atto una guerra ibrida

Non si aprono da soli i rubinetti del traffico di migranti dall’Africa centrale al Sahel e il Mediterraneo. Non quando di mezzo c’è la Wagner, la brigata di mercenari russi guidata da Evgenij Prigozin. Viene da lontano l’allarme risuonato dal governo Meloni. È documentato, nero su bianco, nei rapporti dei Servizi segreti italiani e del Copasir, il comitato parlamentare di controllo degli 007. 

IL RAPPORTO

Libia, Mali, Repubblica centrafricana, Mozambico.

La tratta di esseri umani sotto il vigile controllo delle milizie russe in Africa è il tassello di una «guerra ibrida che minaccia l’Unione europea e la sua coesione». 

Febbraio 2022, un anno fa. Ai più il nome dell’esercito privato russo di stanza in decine di Paesi, dall’Africa subsahariana alla Siria, non dice nulla. Non ancora: di lì a poco la Wagner sarebbe dilagata in Ucraina, dove oggi precede le truppe russe nelle trincee del Donbass. Intanto però il Copasir accende un faro: preoccupa l’ingerenza della Russia nel Sahel, la sconfinata fascia di territorio che attraversa l’Africa dall’Atlantico al Mar Rosso, cinta dal deserto del Sahara e la savana sudanese. Qui, tramite i contractor della Wagner - quasi 5mila i soldati operativi nel continente - il Cremlino persegue «l’obiettivo di contrastare e porsi come alternativa alle operazioni dei Paesi occidentali in un’area delicatissima, considerata come il confine meridionale d’Europa». 

E qui, prosegue il comitato, allora presieduto da Adolfo Urso, oggi ministro delle Imprese e il made in Italy, i mercenari di Prigozin spianano la strada ad «alcune grandi minacce quali l’enorme instabilità degli Stati saheliani, il terrorismo di stampo jihadista e l’immigrazione clandestina». Si tratta di segnalazioni circostanziate. Appuntate, così funziona per il comitato al sesto piano di Palazzo San Macuto, sulla scia degli alert presentati dal comparto intelligence nei suoi rapporti classificati. 

Nel documento che riletto oggi sembra dare sostanza alle preoccupazioni di Palazzo Chigi le attenzioni del Copasir si concentrano su due Paesi africani: Libia e Mali, entrambi crocevia degli interessi italiani nella regione. Nella Cirenaica e in alcune zone del Fezzan, le aree libiche sotto il controllo di Khalifa Haftar e l’egida russa, il disarmo delle milizie di Mosca viene indicato come «fattore cruciale per la stabilizzazione del Paese». In Mali, «Stato centrale per la stabilizzazione del Sahel», notavano allora dal comitato per i Servizi, il ritiro delle forze armate francesi e «il nuovo protagonismo» russo avrebbero potuto provocare «un effetto domino sugli Stati vicini con conseguenze anche sui flussi migratori e sui traffici illegali». 
Un anno dopo quegli allarmi trovano riscontri. Non è casuale il coro unanime dei vertici del governo italiano contro la Wagner e i suoi contatti con la tela dei trafficanti di esseri umani, a margine di un incontro a Palazzo Chigi con i direttori dei Servizi. Prima il ministro della Difesa Guido Crosetto (insultato da Prigozin sul suo canale Telegram), poi il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Dunque la stessa premier Giorgia Meloni, convinta della necessità di non «lasciare campo» ai mercenari russi in Africa. 

«Sono sorpreso da chi è sorpreso», chiosa invece il ministro Urso memore degli alert lanciati dal Copasir. E che il ricatto migratorio non sia un’arma nuova nell’arsenale della “guerra ibrida” russa è dimostrato da eventi recenti, spiega Urso al Messaggero. «La prova del nove risale a poco più di un anno fa. Quando, nei mesi precedenti all’invasione, la Russia ha organizzato un ponte aereo tra la Bielorussia e Paesi come Siria, Yemen, Iraq, Afghanistan». Un fiume di visti concessi dal regime di Minsk per riversare sui confini europei - Polonia, Lituania, Lettonia - decine di migliaia di richiedenti asilo. Allora fu l’Ue, di solito assai restia a queste prese di posizione, a parlare di «un attacco ibrido». 
Nell’ultimo anno, la tesi di un legame diretto fra i mercenari russi e una parte dei traffici di migranti in Africa è stata messa alla prova. In estate, con un improvviso picco di partenze dalle coste libiche sotto l’influenza delle milizie russe. Movimenti ritenuti sospetti dagli 007 italiani perché concentrati in alcuni scali portuali rimasti a lungo dormienti, nei pressi di Derna e Tobruk. 

Migranti, le partenze con lo sconto dai territori dei mercenari della Wagner. E Haftar chiude un occhio

IL RICATTO

Oggi, la nuova ondata che mette sotto pressione il governo italiano. Non c’è solo la rotta del Mediterraneo orientale, la stessa che dalla Turchia ha trascinato verso la morte gli 80 migranti naufragati a Cutro. Nell’Est della Libia si registra un picco di partenze di siriani, afghani, pakistani. Sotto lo sguardo complice di Haftar - chi parte da queste coste può aspirare a “sconti” sulle tratte - salpano in direzione italiana barconi di grandi dimensioni, stipati di migranti e spesso destinati al naufragio certo. È questa una delle «aree rilevanti per gli interessi di sicurezza dei Paesi europei» che, si legge nell’ultima relazione annuale dell’intelligence italiana, i mercenari russi cercano di controllare «potenzialmente influenzando snodi essenziali delle rotte dei traffici illeciti». 
Da un lato le coste africane sul Mediterraneo. Dall’altro i Paesi di origine e transito delle rotte migratorie clandestine. La chiamata alle trincee ucraine ha affievolito ma non ha spazzato via l’ombra della Wagner in Africa. Duemila i mercenari nella Repubblica centrafricana a presidiare il traffico di oro e diamanti, quasi altrettanti in Libia, centinaia fra il Mali e il Sudan. La brigata russa si estende oltre, dal Mozambico fino al Congo e il Burkina Faso. E tesse reti che arrivano lontano e adesso qualcuno anche a Roma vuole tagliare. 

Ultimo aggiornamento: 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA