Viceministri, oggi la squadra di Meloni. Forza Italia la spunta: ne avrà tre. E non cede sul caso Mangialavori

Il modulo Meloni dovrebbe suonare così: undici-nove-due. Ossia: undici incarichi alla Lega, nove a Forza Italia, due ma potrebbe anche essere uno a Noi Moderati

Lunedì 31 Ottobre 2022 di Andrea Bulleri
Viceministri, oggi la squadra di Meloni. Forza Italia la spunta: ne avrà tre. E non cede sul caso Mangialavori

Per gli ultimi incastri c'è ancora qualche ora di tempo. Fino alle 12 di oggi, quando la squadra di viceministri e sottosegretari del governo Meloni verrà annunciata dalla premier in Cdm. Ma se sui nomi da mettere in campo fino a ieri sera nessuno, dalle parti della maggioranza, si sentiva di mettere la mano sul fuoco (considerate anche alcune questioni ancora aperte, come il «caso» Giuseppe Mangialavori), è sullo schema di gioco che nelle ultime ore si sono registrati passi avanti. Salvo ripensamenti infatti, il modulo Meloni dovrebbe suonare così: undici-nove-due. Ossia: undici incarichi alla Lega, nove a Forza Italia, due ma potrebbe anche essere uno a Noi Moderati.

Tutto il resto, cioè 16-18 posti di sottogoverno, resterebbe appannaggio di Fratelli d'Italia.

Una soluzione di compromesso che non scontenterebbe nessuno, perché ognuno dei partner della maggioranza potrebbe rivendicare di aver ottenuto un risultato. A cominciare dal Carroccio, cui spetterebbe la fetta più grande di incarichi dopo FdI in ragione del fatto che il gruppo parlamentare leghista è quello più nutrito del centrodestra dopo i meloniani. Soddisfatti anche i forzisti, che pur avendo dovuto cedere sul principio della pari rappresentanza con la Lega («abbiamo avuto gli stessi voti ma a loro è andata la presidenza della Camera»), l'avrebbero spuntata sulla richiesta di ottenere tre viceministri, cioè uno in più di Salvini. I nomi sarebbero quelli di Paolo Barelli (Interno), Valentino Valentini (che avrebbe dovuto rinunciare alla Farnesina in favore di Imprese e Made in Italy) e Francesco Paolo Sisto alla Giustizia. Due caselle, Mise e via Arenula, a cui FI non intendeva rinunciare. Per la Lega, invece, restano in corsa come viceministri i nomi di Edoardo Rixi (Infrastrutture) e Federico Freni (Economia), oppure Nicola Molteni (Interno).

Più nutrita la compagine dei sottosegretari, per i quali ogni partito della coalizione ha presentato una rosa di papabili. Al dossier per conto di Meloni lavorano i colleghi di governo Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida. Ma «alla fine assicurano da più parti la decisione sarà di Giorgia». Per FdI i volti più accreditati restano quelli, tra gli altri, di Alessio Butti all'Innovazione tecnologica, Isabella Rauti alla Difesa, Paola Frassinetti all'Istruzione. E se pressoché scontata pare la delega dell'Attuazione del programma per Giovanbattista Fazzolari (al pari di quella ai Servizi per Alfredo Mantovano, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio), ottime chance di farcela come viceministri avrebbero anche i meloniani Maurizio Leo (Economia), Edmondo Cirielli (Esteri) e Wanda Ferro (Interno).

LEVATA DI SCUDI

In quota Lega puntano ai galloni di sottosegretario Lucia Borgonzoni alla Cultura, Claudio Durigon al Lavoro; per Noi Moderati, Andrea Costa alla Salute (e forse Michaela Biancofiore). Da Forza Italia, infine, viene data per certa la nomina di Alberto Barachini all'Editoria. Ma tra gli azzurri a tenere banco è il nodo Giuseppe Mangialavori vicino alla senatrice Licia Ronzulli a cui nei desiderata di FI spetterebbe il posto di sottosegretario alle Infrastrutture.

Totonomi sottosegretari, Barachini andrà all’editoria. Per FdI ci sono Leo e Cirielli

Ma sul deputato calabrese, secondo i rumors, sarebbe caduto un veto, perché il suo nome spunterebbe (da non indagato) nelle carte di un'inchiesta della procura di Catanzaro. Tanto che in suo favore ieri è arrivata una levata di scudi dei forzisti. Da Giorgio Mulè («se esistesse un veto sarebbe la fine del garantismo») fino a tutto il partito calabrese (a cominciare dal governatore Roberto Occhiuto), che reclama rappresentanza in virtù del 16% ottenuto alle elezioni. E da FI si dicono certi che alla fine la spunteranno.

Ultimo aggiornamento: 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA