Valditara: «La scuola che aiuta le imprese, lezioni personalizzate per gli studenti e aumenti ai docenti»

Il ministro: "Con la nuova istruzione tecnica in 4 anni più insegnanti a disposizione"

Domenica 31 Dicembre 2023 di Barbara Jerkov
Il ministro Valditara: «La scuola che aiuta le imprese, lezioni personalizzate per gli studenti e aumenti ai docenti»

Un 2024 di novità per il mondo della scuola, tra nuovi indirizzi, nuovo contratto per gli insegnanti, nuovo voto in condotta. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, considera il prossimo un anno di svolta. 
Partiamo dalla riforma dell’istruzione tecnica. Cosa cambia per le famiglie e per le imprese, ministro?
«Cambia moltissimo.

Già da anni le imprese lamentano di non riuscire a coprire centinaia di migliaia di posti di lavoro. Addirittura secondo calcoli di Confindustria circa il 50% di quelli necessari, con una perdita di Pil di diversi miliardi di euro. Questo ovviamente ha un impatto molto negativo sullo sviluppo del Paese ma anche sulle opportunità che hanno i nostri giovani di trovare lavoro e di trovarlo rapidamente e in modo coerente con i loro talenti e le loro abilità. La riforma dell’istruzione tecnica e professionale prevede un percorso sperimentale innovativo che darà più opportunità lavorative, di maggiore successo professionale, ai nostri giovani, che troveranno più velocemente lavoro, e al tempo stesso consentirà al mondo produttivo di essere più competitivo. Essenziale sarà il collegamento molto stretto con il mondo del lavoro, con le imprese, industria, commercio, artigianato».

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In cosa si differenzierà l’istruzione tecnica rispetto a quella che conosciamo?
«Innanzitutto nella costruzione di una filiera di quattro più due, che significa che gli anni di istruzione tecnica professionale saranno quattro ma saranno collegati, anche dal punto di vista del percorso formativo, con il biennio degli Its. Si potrà accedere prima agli Its, ma anche all’università o direttamente al mondo del lavoro, senza che questo comporti una diminuzione della preparazione. La riforma punta anzi da una parte al rafforzamento delle materie di base - italiano, matematica, inglese - dall’altra al rafforzamento dell’attività laboratoriale, dell’alternanza scuola-lavoro e del collegamento con il mondo delle imprese. C’è poi un importante passaggio che consente di arricchire le specializzazioni, laddove manchino i profili necessari tra i docenti: le scuole potranno fare contratti diretti con imprenditori, tecnici o manager perché salgano in cattedra per insegnare ai ragazzi. Il nostro obiettivo è creare un canale di istruzione e formazione di serie A, per livelli di preparazione e chance di realizzazione professionale».


Avete previsto anche scambi di istruzione con altri Paesi?
«Sì, nella riforma l’internazionalizzazione giocherà un ruolo-chiave. Collegamenti con istituti all’estero, stage e attività formative. Con in più una forte attenzione alla ricerca e all’innovazione. Insomma, saranno percorsi di avanguardia, sulla base anche delle migliori esperienze europee. Percorsi che i ragazzi potranno completare se lo vorranno con gli Its, ovvero gli istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che noi intendiamo valorizzare ulteriormente come del resto ci chiede la stessa Ue con il Pnrr».
L’altra grande novità in termini di offerta formativa è il liceo del Made in Italy. Di cosa si tratta?
«Il nuovo liceo consentirà agli studenti di sviluppare una visione culturale e competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del Made in Italy, proiettandosi nel futuro con una solida formazione di base soprattutto nei campi economico, giuridico e tecnologico. Un mix virtuoso che si inserisce appunto nella grande riforma della scuola secondaria superiore, riducendo la distanza fra le competenze richieste dai settori produttivi e quelle fornite dalla scuola».
Con i nuovi indirizzi da quando si parte ministro?
«Subito, dal prossimo anno scolastico. Per l’istruzione tecnico-professionale si parte con una sperimentazione a cui le scuole interessate possono candidarsi entro il 12 gennaio. Per il nuovo liceo del Made in Italy gli studenti si potranno iscrivere a partire dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica. Per tutti gli altri indirizzi scolastici la data di iscrizione resta il 18 gennaio».
E per quanto riguarda il corpo docenti cosa cambia, ministro? Una contrazione del percorso tecnico su quattro anni e non più cinque vuol dire una riduzione degli organici?
«Assolutamente no, tutto questo avverrà a invarianza di organico. Semmai consentirà maggiore personalizzazione della formazione».
Insomma, un maggiore rapporto insegnanti-studenti?
«Esattamente. Si passa da cinque a quattro anni con lo stesso numero di docenti, che saranno di fatto più numerosi e quindi si rafforza l’attenzione alle esigenze dei singoli studenti».
Tra le novità del prossimo anno c’è anche la figura del tutor che dovrebbe arrivare da gennaio. 
«Sì, da gennaio sarà pienamente operativa la riforma del tutor e del docente orientatore, che consentiranno quella che io amo definire a tutti gli effetti una formazione “sartoriale”, ovvero su misura per ciascun ragazzo nell’ultimo triennio delle superiori. Abbiamo formato 55mila tutor e orientatori, le scuole hanno provveduto nel frattempo a incaricarne una buona parte e ora si parte».
Quale sarà il ruolo del tutor?
«Coordinerà i colleghi disciplinari per individuare per ogni studente un percorso personalizzato. Quindi il ragazzo che ha qualche difficoltà e deve recuperare potrà farlo anche in orario extra curriculare grazie ai docenti disciplinari - quelli di italiano, matematica, fisica, inglese eccetera - seguendo un percorso di potenziamento ideato per lui. Ma anche quel ragazzo che in classe si annoia perché è più avanti avrà la possibilità di arricchire ulteriormente il suo percorso formativo e accelerare. Per la prima volta il tutor viene pagato appositamente e anche i docenti disciplinari per questa attività di potenziamento e recupero verranno pagati di più».
Cosa farà invece il docente orientatore?
«Una volta individuate le abilità e le potenzialità del ragazzo, anche d’intesa con i tutor, avendo il polso delle opportunità che offre il territorio, il docente orientatore suggerirà alla famiglia i percorsi formativi più adatti a quel giovane in particolare. Ancora una volta, l’obiettivo è la massima personalizzazione».
Tutto questo a partire da quando?
«Anche qui da subito, da gennaio».
Altra novità in arrivo il suo disegno di legge sul voto di condotta.
«Inizierà da gennaio la discussione in Parlamento. Voto di condotta e attività di cittadinanza solidale, che consisterà in lavori socialmente utili. Il voto in condotta peserà di più in pagella. E cambierà l’istituto della sospensione perché non vorrà più dire stare a casa ma al contrario stare di più a scuola».
Il mondo della scuola è fatto anche dal corpo insegnanti. Novità in arrivo anche per loro?
«Molte. Per la prima volta nel giro di un anno e mezzo andiamo a chiudere ben due contratti. Nel 2022 abbiamo chiuso un contratto che si trascinava da anni con un primo aumento significativo dello stipendio per il personale della scuola. Nel 2024 grazie alle importanti risorse stanziate nella legge di Bilancio andremo a incrementare ulteriormente quegli aumenti con un nuovo contratto».
Sullo sfondo, pesa la drammatica decrescita del numero degli alunni in età scolare dovuta al calo delle nascite. Già dal prossimo settembre saranno 125mila in meno, e nei prossimi dieci anni questo calo supererà il milione di studenti. Dobbiamo aspettarci tagli di classi e accorpamenti di istituti ministro?
«No, voglio essere molto chiaro. Le classi non saranno toccate né il servizio ridotto in alcun modo. Anzi, ci saranno più docenti a disposizione degli studenti. Abbiamo completato un impegno preso dal precedente governo con la Commissione Ue, e cioè il famoso dimensionamento. Si tratta semplicemente di eliminare le reggenze costituendo un’unica autonomia tra più scuole: prima il preside assumeva anche una reggenza di un altro istituto, adesso quel preside governerà entrambi gli istituti come titolare. Nessun taglio di classi, lo ripeto. Anzi il servizio migliorerà perché le scuole accorpate avranno la possibilità di avere un preside vicario».

Ultimo aggiornamento: 10:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA