Due dosi, a distanza di un mese o poco più, e l’incubo del Covid potrebbe fare meno paura. Questo è lo scopo del vaccino che ha iniziato la sua campagna in Italia domenica scorsa.
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Voglio aderire, come devo fare?
Si procede per step ben definiti, partendo dagli operatori sanitari e dagli over 80 per poi arrivare alle categorie più a rischio dal punto di vista medico ma anche lavorativo. E poi verranno vaccinate le persone “sane”. Ma non resta che capire chi si occuperà di chiamare le singole persone: che tipo di comunicazione arriverà al paziente che vorrà presentarsi alla vaccinazione?
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Pianificazione negli ospedali
In questa prima fase, che andrà avanti fino al mese di marzo, vengono coinvolti gli operatori sanitari e i pazienti delle Rsa: spetta quindi alle singole direzioni sanitarie degli ospedali o delle strutture mediche formulare un calendario di vaccinazioni.
Si parte dai medici e dagli infermieri in prima linea, nei reparti Covid, e dagli anziani che non hanno avuto ancora contatti con il virus.
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Per ultimo chi ha avuto il Covid
Poi, sempre in questa prima fase quindi con la massima priorità, verranno vaccinati i medici che hanno avuto il Covid, quelli già contagiati: dovranno fare comunque il vaccino per una maggiore protezione anche perché ci sono stati casi in cui il contagio si è ripresentato.
Prenotazione al Cup, ma non solo
Ci saranno poi le fasi successive, a partire da aprile e fino a dicembre, quando le dosi dovranno arrivare a tutta la popolazione e usciranno quindi dall’ambiente medico ospedaliero. Prima toccherà agli over60 e alle persone con patologie croniche a rischio, poi al personale scolastico, delle forze dell’ordine e ai malati di medio rischio e infine a tutto il resto della popolazione. Verranno coinvolti i medici di base che contatteranno prima i pazienti a rischio, in linea con quanto avviene nella maggior parte dei casi con la campagna di vaccinazione influenzale. In questo caso saranno operative anche le Asl per organizzare gli appuntamenti: il paziente che riceve la chiamata dal medico di base deve poi dare la sua adesione e quindi prenotare l’appuntamento anche tramite il Cup, un centro di prenotazione unico con un numero dedicato. Il vaccino si farà in strutture ad hoc: per ora non è previsto che venga fatto negli studi medici di famiglia ma la situazione potrebbe cambiare da qui ad aprile.
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Una app per tracciare anche il vaccino
Si sta pensando di lanciare una app che possa servire a velocizzare le procedure di prenotazione del vaccino. Ma non solo: “Credo sia interessante puntare su una simile app - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano - una volta operativa potrà aiutarci anche a ricevere le segnalazioni da parte die pazienti di eventuali effetti collaterali: potremmo registrare in questo modo quante persone hanno riscontrato mal di testa o altro. Spero che il progetto vada a buon fine”.
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