Vaccini, Prodi: «Sui brevetti rimprovero la Commissione Ue, avrebbe dovuto sbattere i pugni sul tavolo»

Sabato 27 Febbraio 2021 di Francesco Malfetano
Vaccini, Prodi: «Sui brevetti rimprovero la Commissione Ue, avrebbe dovuto sbattere i pugni sul tavolo»

«Rimprovero la Commissione europea: per problemi di questo genere (la scarsa disponibilità di vaccini ndr) bisognava picchiare i pugni sul tavolo e dire 'Signori qui non c'è proprietà intellettuale che tenga, tutti hanno il diritto di utilizzare la ricerca altrui'». Così l'ex premier Romano Prodi ha parlato della questione vaccini, intervenendo all'incontro su "Democrazia e futuro dell'Europa: lo stato delle cose", organizzato a Napoli dalla scuola di formazione per "Architetti della Politica" (PoliMiNa). 

«Il problema - ha aggiunto Prodi - è avere una disponibilità del vaccino che deve essere enorme.

Se noi non vacciniamo tutto il mondo, il virus ritorna indietro. Siccome siamo 7 miliardi da vaccinare, se non almeno 5 o 6, abbiamo bisogno di 10 miliardi di vaccino: quest'anno ne produrremo 2. Se non cambia la musica è un vero disastro». E ancora «Nessuno dei grandi produttori europei è arrivato a fare il vaccino. E' una cosa abbastanza strana, perché il 'dio' dei vaccini è l'Istituto Pasteur. I produttori sono extracomunitari e può darsi che abbiano favorito il loro governo, soprattutto quando Biden ha detto 'facciamo una grandissima campagna'. Noi siamo rimasti evidentemente in condizioni di difficoltà dovute al fatto che ogni produttore ha favorito il suo governo».

L'ex premier ha dedicato un passaggio anche all'Italia e alle sfide che attendono Mario Draghi. «Piu corre e più va meglio - ha concluso -Siccome ritengo l'Italia un Paese scettico e depresso ma ha delle energie, Draghi non deve porsi termini ma deve fare in fretta. Mattarella lo ha indicato per togliere l'Italia dalla depressione».

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