Per gli aiuti umanitari la scorta armata non serve. E infatti, all’interno dei convogli militari che ieri mattina hanno iniziato ad attraversare le autostrade del Nord Italia non c’erano solo tende da campo: sì il necessario per allestire ospedali improvvisati e materiali per il sostegno umanitario alla popolazione ucraina, ma non solo. Dentro i container blindatissimi, che in parte sono già stati trasferiti vicino all’aeroporto di Pisa, c’era una parte di quelle armi che nei prossimi giorni l’Italia consegnerà all’esercito regolare dell’Ucraina e che poi finiranno anche nelle mani delle organizzazioni scese in campo per rafforzare la resistenza all’invasione russa. L’Italia c’è e l’ha annunciato ufficialmente. L’ha detto anche il premier Mario Draghi, che ha parlato direttamente col presidente ucraino, e l’ha ribadito più di una volta il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
Il piano
La decisione ufficiale era arrivata giusto due giorni fa e ieri, fin dal primo mattino, le forze armate hanno fatto scattare la loro grande organizzazione. Farsi trovare preparati stavolta sembra più che mai fondamentale, ma prima di caricare i container sugli aerei diretti a Kiev bisognerà attendere che le forze politiche trovino una sintesi sugli aiuti da far partire verso la zona della battaglia.
Gli aiuti della Difesa
Una parte del supporto sarà anche economica, a iniziare dai 110 milioni di euro stanziati ieri con un decreto firmato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Gli armamenti , invece, sono più o meno simili a quelli già decisi da tutti gli altri stati europei. Dalle basi italiane verso Kiev, dunque, partiranno nei prossimi giorni centinaia di missili in grado di neutralizzare carri armati o aerei, migliaia di mitragliatrici leggere e pesanti, munizioni e, probabilmente, anche migliaia di mine anticarro. Armi molto semplici da manovrare, che potranno essere utilizzate facilmente sia dai soldati addestrati sia dai tanti ucraini che nei giorni dell’assedio si stanno improvvisando guerriglieri.
La strategia Nato
L’Alleanza atlantica, che anche ieri ci ha tenuto a far sapere che all’assedio dei russi risponderà con un supporto molto efficace all’esercito ucraino, per il momento annuncia solo gli aiuti che i vari governi hanno autorizzato e ufficializzato. «Mi compiaccio - ha detto il segretario generale, Jens Stoltenberg - del fatto che gli alleati stanno aumentando il sostegno, con ulteriori equipaggiamenti militari, assistenza finanziaria e aiuti umanitari». Finora - spiega l’Alleanza atlantica - Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Olanda, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e Usa hanno già mandato o stanno approvando consegne significative di equipaggiamenti. Nel caso dell’Italia, la Nato sottolinea il supporto finanziario, ma solo per non giocare d’anticipo rispetto alle procedure politiche che Roma è tenuta a rispettare. E intanto, per la prima volta anche l’Ue finanzierà l’acquisto di sistemi di difesa. La presidente Von der Leyen lo annuncia per prima e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Borrell entra nei dettagli: «Abbiamo deciso di fornire 450 milioni di euro per l’acquisto di armi letali e 50 milioni per materiale non letale. La Polonia si è offerta per allestire l’hub logistico».
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