Totoministri, a che punto siamo? I nomi in pole position (e i nodi a partire da Esteri e Riforme)

Timori per l’effetto domino scatenato dal Cav. Per l’ex capo della Protezione civile sfida con Rocca della Croce Rossa

Mercoledì 19 Ottobre 2022 di Francesco Malfetano
Totoministri, Bertolaso verso la Salute. All’Università Saccani di FI e al Mise rispunta D'Urso (al posto di Crosetto)

«Più che il toto-nomi qui bisogna capire se iniziamo il gioco dell’oca». Cioè se il dado agitato ieri da Silvio Berlusconi non riporti il nascente governo al via. A ironizzare è un esponente di lungo corso del centrodestra. E a riavvolgere il nastro della giornata, è impossibile dargli torto. L’uragano Cav ha stravolto i piani e nessuno esclude che le intese più o meno raggiunte possano essere nuovamente in discussione. In primis, raccontano alcuni eletti di Fratelli d’Italia, che Giorgia Meloni non decida di strappare la concessione dei due vicepremier. Caselle su cui, «aveva solo aperto in titolo ipotetico», senza mai confermarle. E poi - andando molto avanti con le considerazioni - potrebbe traballare la presenza agli Esteri del coordinatore azzurro Antonio Tajani dopo le frasi pro-Putin di Berlusconi.

Un’eventualità che scatenerebbe l’effetto domino. 

LA SQUADRA

In ogni caso, per ora, nulla di tutto ciò è realtà. E allora, confermano fonti di tutti i partiti coinvolti, si continua a lavorare allo stesso schema. Per cui se Tajani resta alla Farnesina, il leghista Giancarlo Giorgetti pare confermato al Tesoro, con il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sempre in pole per il Viminale. Nulla di nuovo ci sarebbe anche sulla Giustizia. Per FdI infatti, i dubbi sono pochi: il guardasigilli sarà l’ex magistrato Carlo Nordio. Solo che Berlusconi non la vede esattamente così. E anche se alcuni eletti di FI confermano che l’accordo trovato con la Meloni prevederebbe il neo-deputato di Fratelli d’Italia come Guardasigilli, il Cavaliere dice a chiunque gli capiti a tiro che sarà Elisabetta Alberti Casellati. Ex presidente del Senato che invece sarebbe destinata alle Riforme. 

Continuando nel gioco delle poltrone, qualcosa sembra poter cambiare anche tra quelle destinate ad FdI. Guido Crosetto, considerato ormai allo Sviluppo economico, potrebbe non finire affatto a via Molise. Al suo posto Adolfo Urso, che libererebbe così la Difesa. Casella per cui si aprono diverse possibilità. Quella meno probabile vede l’approdo di Tajani (che lascerebbe gli Esteri), la prima alternativa invece l’assegnazione ad un altro degli esponenti di FdI (come Edmondo Cirielli), la terza invece l’arrivo di un tecnico.
In ogni caso, a prescindere da chi siederà allo Sviluppo economico, FdI avocherà a sé tutte le deleghe sull’energia oggi a metà con il ministero della Transizione ecologica. Dicastero questo che invece, come annunciato da Berlusconi, andrebbe all’ex viceministro del Mise Gilberto Pichetto. A completare il pacchetto azzurro sarebbero poi Anna Maria Bernini alla Pubblica amministrazione e per l’Università la neo-deputata parmigiana e docente di medicina Gloria Saccani Jotti. 

 

La seconda metà dell’ex Miur, e cioè l’Istruzione, dovrebbe invece terminare nelle mani della Lega, con in pole Giuseppe Valditara, già capo dipartimento del ministero. A via Bellerio andrebbero poi le Infrastrutture per Matteo Salvini, gli Affari Regionali a Roberto Calderoli e Simona Baldassarre alla Disabilità. In realtà quest’ultima, è in corsa anche per la Famiglia, dove però sembra destinata prevalere Eugenia Roccella di FdI. Un po’ a sorpresa non sarà però la Lega ad indicare il prossimo ministro dell’Agricoltura. Per cui, accantonato Gian Marco Centinaio, il prossimo ministro potrebbe essere Luca Di Carlo di Fratelli d’Italia, responsabile delle politiche agricole del partito. 

Tra meloniani e tecnici in pratica, la presenza del primo partito della coalizione all’interno dell’esecutivo sarà massiccia. E quindi ecco Giovan Battista Fazzolari sottosegretario a palazzo Chigi, Daniela Santanché verso il Turismo, Raffaele Fitto alle Politiche Ue, Nello Musumeci al Sud e Alessio Butti delegato alla Transizione digitale. Ancora da risolvere invece la partita per Cultura e Salute. Sul primo fronte sembra essere in corso una sfida tra l’ex componente del cda Rai Giampaolo Rossi (che però, appunto, preferirebbe un ruolo nell’azienda pubblica), il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano e l’intellettuale Giordano Bruno Guerri. Tutti stimatissimi da Meloni, al pari dei due contendenti per la Salute. Per il ministero, considerato determinante anche per la gestione dei fondi del Pnrr, i candidati più autorevoli sono l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, l’ex direttore generale dell’Ema Guido Rasi e il presidente della Croce rossa internazionale Francesco Rocca. Staccata invece Letizia Moratti che pure, ieri, ha avuto un contatto telefonico con la leader di FdI. Tuttavia, come spiegano fonti autorevoli, il motivo non sarebbe la sua presenza nella squadra ministeriale, ma evitare mosse avventate sulla Lombardia, dato che la vicepresidente della Regione che in questi giorni ha contattato diversi esponenti politici locali per intavolare un discorso su una loro candidatura al Pirellone.

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