Contante, tetto a 5 mila euro. La Bce difende il “cash”: «Un ruolo da preservare»

Accordo di maggioranza sulla nuova soglia. Il ministro Piantedosi: «Il problema del limite? Chi ricicla non se lo pone»

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Andrea Bassi e Francesco Bisozzi
Contante, tetto a 5 mila euro. La Bce difende il cash : «Un ruolo da preservare»

Il tetto al contante salirà. La norma sarà inserita nella legge di Bilancio. Anche la soglia sarebbe stata decisa: 5 mila euro. Più bassa dei 10 mila della proposta di legge presentata dalla Lega, ma più alta, per esempio, dei 3 mila euro che furono utilizzati come limite dal governo Renzi e di quella, sempre di 3 mila euro, che sembrava già decisa. Un compromesso del quale si sarebbe discusso ieri durante il vertice convocato da Giorgia Meloni sui temi economici, e al quale hanno preso parte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il responsabile economico di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto.

Anche se restano le pressione per salire almeno fino a 6 mila euro, la decisione sembra presa. Fonti dell’Economia fanno sapere che «il ministro Giorgetti sta lavorando, in accordo con il presidente Meloni e i colleghi di governo, per alzare l’attuale tetto del contante. Primo passo», hanno spiegato le stesse fonti, «è la comparazione europea sull’argomento». Attualmente i tetti nell’Unione variano molto. Si va dalla Grecia, con il tetto più basso con la soglia posizionata a 500 euro, fino alla Germania dove invece non c’è nessun tetto. Insomma, nel Vecchio Continente si procede in ordine sparso. E da Bruxelles non arrivano indicazioni chiare. 

I passaggi

Ma il dibattito sull’utilità del tetto è da tempo aperto. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ricordato ieri che «il criminale che ha la necessità di riciclare non si fa il problema del tetto del contante». E del tema se ne è occupata anche la Bce. Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale, in un intervento ufficiale ha ricordato per esempio che «le banconote rappresentano l’unico modo per garantire l’inclusione finanziaria di ampi strati della popolazione», aggiungendo che «nell’area dell’euro ci sono 13,5 milioni di adulti privi di un conto bancario che effettuano quasi esclusivamente pagamenti in contante». Il contante, insomma, non è il diavolo e per gli strati più poveri della popolazione resta l’unico strumento gratuito a disposizione. Non solo. «Il ruolo del contante sia come mezzo di pagamento che come riserva di valore, va salvaguardato con politiche attive», ha spiegato ancora Panetta. Uno dei timori è che tetti troppo bassi all’uso del contante, ne riducano troppo la circolazione rendendone quindi l’uso più difficile penalizzando proprio la parte più fragile dei cittadini. In momenti di crisi, come durante la pandemia, ha ricordato sempre Francoforte, l’uso de contante è paradossalmente aumentato. L’incertezza ha indotto le persone a prelevare somme al bancomat da tenere come «riserva di liquidità». Una funzione considerata fondamentale. 
Nel settembre del 2020 il Consiglio direttivo della Bce ha pure varato la strategia dell’Eurosistema 2030 per il contante, con quattro principali obiettivi strategici. Il primo: continuare ad assicurare un’adeguata offerta di contante per soddisfare la domanda di banconote in euro in ogni circostanza e per qualsiasi importo. Bisogna poi tenere conto di un aspetto. 

La spinta

Nonostante i passi in avanti fatti sulla spinta della pandemia e dei lockdown, che hanno portato a un’accelerazione dei pagamenti digitali, l’Italia rimane ancora fortemente ancorata al cash. Il Paese, per farla breve, non brilla nella classifica europea per numero di transazioni cashless pro-capite. E anche iniziative come il cashback dei Cinquestelle non hanno determinato quella svolta che qualcuno si era immaginato. Saltano all’occhio, per esempio, i risultati di un’analisi firmata PricewaterhouseCoopers, in cui si fotografa il tasso di crescita dei consumi rispetto a quello dei pagamenti digitali. Dall’istantanea emerge che nel 2019, quando i pagamenti cashless sono cresciuti di oltre l’11%, i consumi hanno visto un incremento dello 0,9%. Un dato che dimostra che è ancora molto contenuta la spinta dello shopping senza contante, un po’ perché non tutti possono permettersi i costi di gestione legati a un conto corrente e all’utilizzo di una carta elettronica e un po’ perché a Roma e Milano il caffè al bar il più delle volte lo paghiamo ancora con la moneta.

Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 12:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA