ROMA La variante Delta, che ha fatto riaccendere i contagi nel Regno Unito, sembra perdere quota anche grazie all’accelerazione impressa con la somministrazione della seconda dose di vaccino. Mentre da noi continuano surreali dibattiti sui rischi di un solo vaccino, trascurando gli effetti negativi che possono generare anche gli altri sieri, nel Regno Unito si va avanti con Astrazeneca che è stato anche aperto agli over18.
Il virus che cambia/ L’arma dei vaccini che potrebbe non bastare
Terza dose vaccino, rafforzare la risposta
Rafforzare la risposta immunitaria è l’obiettivo dei ricercatori consapevoli di quanto abbia influito la buona stagione sulla riduzione dei contagi e dei decessi. La sperimentazione avviata nel Regno Unito si chiama Cov-Boost e coinvolge tre mila persone la cui reazione permetterà di valutare l’efficacia di sette diversi vaccini anti-influenzali e anti-Covid. Al lavoro sulla terza dose sono anche Moderna e Pfizer che hanno già iniziato a testare quale sia la migliore risposta immunitaria anche in vista del l’insorgere di nuove varianti.
LE INCOGNITE - Resta ancora una sorta di incognita, la durata del vaccino. Ora l’immunità è fissata in un anno, circa, dalla seconda dose ma siamo ancora nella fase di sperimentazione e non ci sono certezze univoche sulla durata degli anticorpi.
IN ITALIA - Anche in Italia si dà per molto probabile la terza dose. Nei giorni scorsi lo hanno accennato il ministro della Salute Roberto Speranza e il commissario Figliuolo. Terza dose come richiamo necessario anche in vista dell’autunno e della possibile ripresa del virus. Gli ordinativi sono giù partiti e ancora una volta è la Commissione europea a gestire le acquisizioni.