Bellanova: «Da Italia Viva proposte non minacce ma in una coalizione non ci sono padroni»

Domenica 6 Ottobre 2019 di Barbara Jerkov
Bellanova: «Da Italia Viva proposte non minacce ma in una coalizione non ci sono padroni»

Nel governo si è alzata la tensione: Conte considera Italia Viva un fattore destabilizzante. Lei, da capo delegazione, cosa risponde ministro Bellanova?
«In due modi. Il primo: Matteo Renzi è il leader politico che ha fatto nascere questo governo. Ognuno può dire quello che vuole e quando il presidente Conte afferma di essere lui il vero riformista, gli credo, gli dò il benvenuto tra noi. Io ho qualche anno in più sulle spalle di esperienza politica e anche parlamentare, e questo mi fa dire che il riformismo si pratica nella realtà, si misura dalle soluzioni che riesce a dare ai problemi, si riconosce perché spinge costantemente più in alto sulla qualità dell’azione politica. Non è una petizione di principio. Se la realtà è complessa non ci si può illudere di cavarsela con qualche formuletta».
E il secondo?
«Con la saggezza di mia madre. Perché un soggetto politico nuovo e innovativo, che è a pieno titolo nella composizione di governo e nella maggioranza parlamentare, dovrebbe rovesciare il banco? Leggo molte dichiarazioni agitate. Restiamo calmi e con la barra del timone ben dritta. In un governo di coalizione come questo non c’è nessun padrone del vapore, solo persone ai remi. Io almeno mi considero tale. Per questo mi piacerebbe voltarmi e trovare alleati che remano nella stessa direzione. Quella per cui questo governo è nato. Sterilizzare l’Iva non è stato un favore a Renzi, è il patto che abbiamo assunto con il Paese quando abbiamo ricercato in Parlamento una maggioranza alternativa mettendo in campo tutti gli strumenti che la democrazia parlamentare consente. E’ quello che ha fatto infuriare Salvini, il cui obiettivo era evidentemente una crisi extraparlamentare».
Sta di fatto che ogni parola di Renzi sembra mettere in discussione le scelte dell’esecutivo, a cominciare dal cuneo fiscale: non è un modo un po’ corsaro di procedere?
«Corsaro o propositivo? Ma quando mai un leader politico è pericoloso se mette a disposizione una idea di sistema-paese, di politica economica, di riduzione fiscale, di governo delle migrazioni come è stato il Migration Compact? E’ un valore aggiunto, non una minaccia. Noi veniamo da un’esperienza di governo, Renzi e poi Gentiloni, che senza falsi rossori può annoverarsi come tra le migliori degli ultimi tempi. Non la rinnego, altri forse sì. Io sono quella che è stata inchiodata ai tavoli di crisi senza alzarsi mai prima di aver trovato la migliore delle soluzioni possibili ricercando sempre la condivisione tra tutte le parti. Chiedo: facciamo così tanta paura che ogni parola detta è considerata una minaccia? E poi, lei mi vede a fare la bella statuina?».
Letta ha suggerito a Conte di stipulare un patto formale con Italia Viva per evitare di essere “fregato” come accadde a lui. Può essere un’idea per stabilizzare il governo?
«Mai fidarsi dei cattivi consiglieri. Un patto formale sarebbe un contratto davanti a un notaio? Letta tra i suoi maestri può annoverare Andreatta. Chi, nella Dc di un tempo, avrebbe mai pensato che si governa con i notai: avrebbero trovato un’idea del genere immiserente, direi quasi offensiva. La politica si fa misurando le posizioni, non stilando rogiti».
Le imprese, proprio come il suo gruppo, hanno già detto che nella manovra non si fa abbastanza sulle tasse: ma dove trovare le risorse per fare di più?
«Abbiamo detto che non poteva esserci ministro all’Economia migliore di Gualtieri. Un politico, forte di competenze e saperi. Proporrei un metodo: sediamoci e lavoriamo. Quello che non si può fare è dire il giorno prima che l’Iva su alcuni generi aumenta e il giorno dopo che abbiamo trovato 23 miliardi. Poiché i soldi non crescono sugli alberi, evidentemente si poteva fare. Il bilancio dello Stato ha strade maestre e infinite laterali. Non amo le spending review orizzontali ma quelle selettive, dove incidi realmente sugli sprechi e investi sul futuro. Mi piacerebbe una riflessione seria su come colpire concretamente l’evasione fiscale. Con la fatturazione elettronica decisa dal governo Renzi abbiamo dimostrato che si può».
Proprio ieri una nuova parlamentare ha lasciato il Pd entrando in Italia Viva: prevede ulteriori ingressi dai dem o da altri gruppi?
«Se un soggetto politico è inclusivo, le persone arrivano. Ogni giorno mi giungono messaggi di donne e uomini che vogliono sapere di Italia Viva. Moltissimi non li conosco. Molti sono delusi dalla politica e attratti dalle nostre proposte e anche, sembrerà marginale ma non lo è per niente, dal nostro essere un soggetto politico che pratica concretissimamente la relazione paritaria tra donne e uomini. In Parlamento è importante riuscire a garantire una maggioranza che dia forza al governo. Se Italia Viva catalizza e attrae colleghi, non posso che dare loro il benvenuto».
Ieri è stata impegnata con la Scuola di cultura politica “Futura”, promossa da Davide Faraone.
«Sì. E’ stato un pomeriggio intenso ed emozionante. Ragazze e ragazzi che hanno bisogno di politica e di affinare strumenti per capire la realtà e trasformarla. Ogni volta che accade, è una esperienza fortissima».
 

Ultimo aggiornamento: 19:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA