Ristoranti, tavolate all'aperto e tetto di 6 persone al chiuso. Pressing Regioni: «Via i limiti in zona gialla»

Giovedì 3 Giugno 2021 di Marco Conti
Ristoranti zona bianca, 8 a tavola al chiuso: nessun limite all'aperto, passa la linea Regioni

Il tavolo per decidere quanti possono sedersi al tavolo nei ristoranti si è riunito ieri mattina in versione tecnica. Dopo aver duellato nel weekend sul numero dei commensali nelle regioni bianche, ministri e capidelegazione devono aver avuto un sussulto e hanno lasciato che a risolvere le questione tra rigoristi e aperturisti provvedessero gli esperti. Anche se non è stata fissata la misura del tavolo, come sollecita ironicamente Osvaldo Napoli, alla fine l’hanno avuta vinta in parte gli aperturisti perché nelle regioni bianche si potranno fare tavolate infinite a patto che siano all’aperto. Al chiuso invece non si potrà essere più di sei a tavola. 
D’altra parte dal prossimo lunedì ben dodici milioni di italiani saranno in zona bianca e nella riunione della Conferenza Stato-Regioni l’accordo doveva essere trovato anche per dare certezze agli operatori.

Di «sintesi positiva» parla Maria Stella Gelmini. Per il ministro agli Affari Regionali «la zona bianca è un “premio”, non avrebbe avuto senso mantenere le stesse regole previste per la zona gialla. Torniamo alla normalità». Anche il ministro della Salute Roberto Speranza, fautore della linea rigorista che avrebbe voluto lasciare a quattro il numero dei commensali, plaude all’intesa sottolineando la necessità di una «gradualità». 

Di coprifuoco e numeri a tavola ha parlato anche la leader di FdI Giorgia Meloni dopo l’incontro avuto ieri mattina con Mario Draghi. «Tante le questioni affrontate», a partire dal «tema della limitazione delle libertà personali», racconta la leader della destra. «Continuano ad esserci misure assolutamente irragionevoli ai fini della lotta al Covid - sostiene la Meloni - dal tema del coprifuoco alle 4 persone a tavola all’aperto, la mascherina all’aperto quando si sa che non si ha contagio». A chiedere di «superare le restrizioni» è anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, in virtù del suo lavoro, percepisce le difficoltà che hanno all’estero nel prenotare in Italia quando ancora si discute del numero dei commensali a tavola in un ristorante all’aperto.

In attesa dell’ordinanza ministeriale che non porrà alcun limite all’aperto e parlerà di sei persone a tavola al chiuso, riprende il dibattito sulle discoteche che potranno aprire ma dove non si potrà ballare anche in zona bianca e anche se all’aperto. E’ l’unico settore che non sa ancora quando e se potrà riaprire anche se ieri Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ha annunciato l’avvio di un tavolo nel quale potrebbe venir fuori un protocollo specifico. 
 

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha ieri rilanciato l’argomento chiedendo di valutare l’abolizione di limiti all’aperto anche per le zone gialle proponendo un tavolo tecnico nazionale. In questo modo anche le discoteche potrebbero aprire sulla base di una valutazione che farà il Cts sulla scorta di due sperimentazioni in corso a Milano e Gallipoli, dove l’accesso di duemila persone in ogni locale potrebbe costituire un test significativo.

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 Ad aprile era stato lo stesso Cts a pronunciarsi sull’argomento dicendo che «in merito alla possibilità di prevedere che le regioni possano intraprendere sperimentazioni per spettacoli dal vivo» con una deroga al numero massimo di mille persone, ciò può avvenire purché in «presenza di misure di sicurezza aggiuntive» che però non sono state mai precisate. Il Silb - sindacato italiano delle sale da ballo - è però sul piede di guerra e annuncia «disobbedienza civile» se non arriverà alcuna risposta: «Apriremo comunque tutte le attività», dicono i gestori. L’idea per riaprire è quella di proporre un accesso con green pass, dunque se si è guariti, se si è fatto il tampone oppure effettuato il vaccino.

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Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA