Il caso degli audio putiniani di Silvio Berlusconi scuote l’Europa, con la levata di scudi di socialisti, liberali e verdi, ma i popolari fanno quadrato attorno al «garante» Antonio Tajani, che oggi vola a Bruxelles a rassicurare partner e alleati.
Berlusconi e l'audio su Zelensky e l'Ucraina, la nota: «Io con la Ue e la Nato, nessuno lo discuta»
L’assist all’ex presidente dell’Eurocamera ed ex commissario Ue, che nel totoministri è in corsa per la Farnesina, non è passato inosservato, ma la questione non è ancora chiusa, e se ne tornerà a parlare inevitabilmente oggi, secondo fonti Ppe. Serve sanare lo strappo «che ha causato tensioni all’interno del Partito popolare». Ecco che proprio Tajani oggi sarà a Bruxelles per partecipare alla tradizionale riunione degli esponenti Ppe che anticipa, al mattino, l’inizio dei lavori del Consiglio europeo, «per confermare la posizione europeista, filo-atlantica e di pieno sostegno all’Ucraina mia e di Forza Italia - ha annunciato -. In tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a favore della libertà e contro l’invasione russa». Dichiarazioni seguite al messaggio twittato nel pomeriggio, subito dopo l’annuncio che il popolo ucraino e il presidente Volodymyr Zelensky sono i vincitori del premio Sakharov 2022, il riconoscimento per chi lotta per i diritti umani e le libertà fondamentali che il Parlamento assegna ogni anno: «Eroi che non si arrendono di fronte all’orrore della guerra. Le loro gesta a difesa della democrazia e della libertà saranno per sempre scritte nella storia», ha commentato.
LA STRATEGIA
Insomma, l’imperativo è ricucire. Anche perché, mentre gli avversari hanno evocato una condanna da parte del gran capo del Ppe Manfred Weber, dai colleghi di Polonia e Baltici - in prima linea nel serrare i ranghi Ue contro Mosca - sono arrivate le parole più dure contro le sortite di Berlusconi, prim’ancora della pubblicazione dei nuovi estratti audio ottenuti da LaPresse in cui l’ex premier addossa alla resistenza ucraina la responsabilità della guerra.
«È ora che il veterano della politica si ritiri per non dire sciocchezze nella sua follia! Glorificare un criminale di guerra è un atto criminale», il tweet senza sconti dell’eurodeputato estone del Ppe Riho Terras, ex ministro della Difesa di Tallinn, mentre il capodelegazione dei polacchi Andrzej Halicki ha ricordato in un’intervista con Euronews che «non è il momento di avere rapporti con Putin; Berlusconi farebbe bene a mandargli indietro le bottiglie di vodka» ricevute per il compleanno (e rispetto alle quali - interpellata in sala stampa - la Commissione europea ha ricordato che «le importazioni di alcol sono proibite dal quinto pacchetto di sanzioni»). «Siamo sicuri che Forza Italia possa essere garante di qualcosa in questo governo?», l’interrogativo di Iratxe García Pérez, leader dei socialisti al Parlamento, il cui gruppo ha pubblicato sui social gli audio sottotitolati in inglese: «Berlusconi ha ammesso la sua storia d’amore con Putin». Dello stesso avviso pure l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash, interpellato dall’Adnkronos: «Non ho letto le ultime dichiarazioni, ma non solo io, tutti siamo preoccupati per l’amicizia tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi».