SuperMario parte con il consenso più alto di sempre
fra gli italiani. I sondaggisti: "Rischio freddezza"

Venerdì 19 Febbraio 2021
Mario Draghi

 Mario Draghi gode di un consenso e di una popolarità come mai nessun altro premier italiano degli ultimi vent’anni al primo giorno a Palazzo Chigi.

La Noto sondaggi sostiene che 56 italiani su 100 lo vedono con favore contro il 52 e il 48% raggiunto rispettivamente da Prodi e Berlusconi e il 45% raccolto da Matteo Renzi..Giuseppe Conte - che pure durante il suo incarico ha raggiunto livelli di popolarità e di consenso molto alti - quando entrò a Palazzo Chigi era uno sconosciuto e al suo primo giorno di lavoro raccolse solo il 29% di voti positivi, praticamente solo quelli degli elettori dei 5Stelle.


Il dato non sorprende più di tanto sia per il consolidato prestigio di Draghi che per il profilo di “unità nazionale” che il nuovo governo ha assunto. «E tuttavia il record contiene un rischio - analizza Antonio Noto - Nell’opinione pubblica si vanno formando aspettative altissime. E questo elemento costituisce una evidente opportunità ma anche un rischio». Secondo Noto infatti la serietà che contraddistingue la figura pubblica di Draghi rischia dopo la luna di miele di trasformarsi in una “leva negativa”. «Il punto è che molti italiani si aspettano risultati a breve - aggiun ge Noto - Dunque fra qualche settimana forse bisognerà calibrare messaggi comunicativi mirati che spieghino bene cosa sta facendo il governo». «Semplificando - conclude Noto - Non ha molto senso per una figura come Draghi fare promesse altisonanti o lanciare messaggi televisivi di dinamismo ma potrebbe essere utile adottare una filosofia simile a uno slogan di qualche anno fa “stiamo lavorando per voi”. E’ fondamentale che la serietà non venga scambiata per alterigia o distanza fra élite e popolo».

Ma davvero la sobrietà del Draghi banchiere centrale rischia di aumentare la distanza del palazzo dai cittadini? «La
comunicazione del governo Draghi e del premier in prima persona sarà per forza di cose assai diversa da quelle degli esecutivi che l’hanno preceduto nell’ultimo decennio - aggiunge Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos - Il governo rappresenta un cambio di paradigma: da scontro fra tifoserie si passa ad un messaggio di unità nazionale.

Compito della futura comunicazione di Palazzo Chigi sarà quello di agevolare il trasferimento di questo messaggio di fondo nella società». Secondo Risso l’ “arma segreta” di Draghi (e del suo governo) potrebbe essere quella dell’ascolto contrapposto alla comunicazione continua e urlata che negli ultimi anni l’ha fatta da padrona sui social. «Alle attese altissime che si concentrano su Draghi non si può rispondere con il vortice di promesse lanciate su twitter - dice Risso - E’ opportuno invece spiegare bene le caratteristiche delle future riforme come quella degli ammortizzatori sociali destinati a proteggere tutti i lavoratori e non solo alcuni segmenti del mondo del lavoro». Secondo Risso poi la sobrietà nella comunicazione del premier potrebbe avere il pregio di lasciare spazio a quella dei partiti a patto di calibrare quest’ultima sulla collaborazione feconda e non sul conflitto. «Ma non sarà una passeggiata», ammette Risso.

Lo stile riservato di Draghi basterà a rispondere all’esigenza di soluzioni veloci a problemi complessi come impongono i social? «Questo è un tema molto serio - risponde Risso - E’ evidente che bisognerà spiegare bene agli italiani la qualità delle scelte e delle riforme che il governo definirà. Le slides di Renzi magari non sono più sufficienti, ma certo a Draghi non manca la capacità di inviare segnali chiari».

«Anche secondo me la comunicazione di Draghi dovrà affiancare alla sobrietà il lancio verso gli italiani di segnali simbolici su alcuni argomenti come i giovani, la ricerca, l’industria, il lavoro», sottolinea Giovanni Diamanti, fra i fondatori di Youtrend. Per Diamanti il rischio di un distacco fra “èlite e popolo” sarà superato dalla fase storica che quasi costringerà Draghi a “dare” e non solo a “togliere” agli italiani, come accadde con il governo Monti. «E poi l’autorevolezza di Draghi gli consentirà di farsi perdonare qualche inevitabile errore», spiega Diamanti . Che sottolinea un aspetto finora scarsamente messo a fuoco dai media. «La presidenza del G20 e un nuovo ruolo dell’Italia in Europa e fra l’Ue gli Usa possa portare riflessi positivi a Draghi nella sua comunicativa con gli italiani - assicura Diamanti - Da noi la politica estera è poco seguita e tuttavia un ruolo internazionale di maggior prestigio del Paese potrebbe costituire uno dei valori aggiunti più importanti proprio sul piano del legame fra il premier e gli italiani».

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