Super Green pass obbligatorio per lavorare, Draghi pronto al decreto. La Lega: sì con gradualità

Anche Giorgetti frena: «Difficoltà per le aziende se le regole cambiano di colpo»

Venerdì 31 Dicembre 2021 di Marco Conti
Super Green pass obbligatorio per lavorare, Draghi pronto al decreto. La Lega: sì con gradualità

Nella calza della Befana i lavoratori, stavolta tutti, troveranno con ogni probabilità l’obbligo vaccinale. Poco male per coloro che hanno già fatto due dosi, e magari si accingono anche alla terza. Peggio del consueto “carbone” per chi invece resiste e ora potrebbe avere ancora più difficoltà a sfuggire al vaccino qualora il governo decidesse di passare direttamente all’obbligo. 

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I tempi

L’estensione del super Green-pass a tutti i lavoratori, sostenuta da tempo dal ministro Renato Brunetta e anche dai colleghi Orlando e Bonetti, è stata oggetto di una lunga discussione nell’ultimo consiglio dei ministri.

Lega e M5S hanno impedito l’immediato varo della misura che invece vorrebbero al più presto Pd e FI. I problemi per alcuni settori della pubblica amministrazione, come nel privato, sono diversi e oggetto di approfondimento proprio per evitare possibili ripercussioni negative in alcuni comparti.

L’obbligo riguarderebbe 23 milioni di lavoratori e anche se la maggior parte si sono già vaccinati, le stime più recenti parlano di 3-4 milioni di lavoratori resistenti ad ogni invito. Una massa considerevole che potrebbe creare più di un problema alle imprese qualora l’obbligo dovesse scattare in tempi brevi, così come in alcuni comparti della PA. A cominciare dai Tribunali. È stata questa una delle osservazioni fatte dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti nell’ultimo consiglio dei ministri. È per questo che, come è accaduto quando è scattato l’obbligo per alcuni settori (docenti, personale sanitario, forze dell’ordine), si pensa ad una gradualità, che permetta alle aziende e agli uffici pubblici di organizzarsi, e anche ad una più precisa individuazione di coloro che possono essere esentati.

La direzione è comunque segnata e l’aumento dei contagi, così come l’affollamento delle terapie intensive, rendono necessario un nuovo intervento. Non ha dubbi il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che giudica positivamente le misure prese dal governo sulla quarantena, ma le reputa insufficienti. «Interventi necessari - sostiene - ma forse nel prossimo futuro dovranno essere rinforzati», alla luce del fatto che l’incidenza di Covid-19 «continuerà a salire e dopo questo periodo festivo avremo un’ulteriore quota di casi». 

L’appuntamento che Draghi ha dato per il 5 gennaio manda anche un segnale alle regioni affinché non procedano in ordine sparso e a evitare che la delusione di molti presidenti di Regione, per le misure prese ieri l’altro dal governo, li spinga ad assumere iniziative autonome. L’impennata dei contagi dovuti alla variante Omicron sta creando problemi soprattutto al Nord anche per l’esplosione delle quarantene che obbligano all’isolamento centinaia di lavoratori.

La petizione

Definisce «del tutto insufficienti» i provvedimenti presi dal governo, il presidente della Campania Vincenzo De Luca secondo il quale «si prosegue sulla linea delle mezze misure e del tempo perso». Ancor più drastico il governatore ligure Giovanni Toti che chiede l’obbligo vaccinale: «Per me si può fare domani mattina, semplificherebbe la vita e le regole per tante persone: qui posso entrare-lì non posso entrare, punto fine».

L’estensione del Green-pass a tutti i lavoratori significa abbandonare la strada delle categorie seguita sinora ed avvicinarsi a quella che prevede l’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutti. In Europa nessuno dei grandi Paesi ha ancora introdotto l’obbligo anche se della questione si è parlato in più di un consiglio europeo. Favorevoli sono il Pd, FI e Iv che ieri ha anche lanciato, con Annamaria Parente e Lisa Noja, una petizione per l’introduzione dell’obbligo. «È il momento che la politica tutta si assuma questa importante responsabilità», sostiene l’ex ministra Teresa Bellanova. 

Il dibattito sulla costituzionalità o meno dell’obbligo è stato di fatto archiviato quando lo stesso è scattato per alcune categorie. Resta il nodo degli indennizzi per chi subisce conseguenze dirette dai vaccini che si intreccia con la definizione delle categorie di fragili alle quali non viene richiesta l’inoculazione. 

 

 
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Ultimo aggiornamento: 14:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA