Zone rosse e gialle, nelle regioni cosa si potrà fare? La mappa dei divieti

Giovedì 17 Dicembre 2020 di Francesco Malfetano
Zone rosse e gialle, nelle regioni cosa si potrà fare? La mappa dei divieti

Alla fine, l’assist  per spingere la Penisola verso la zona rossa nei festivi e pre-festivi di questo periodo natalizio, è arrivato all’ala rigorista dell’esecutivo da parte dei governatori.

In soccorso dei ministri Speranza, Boccia e Franceschini - che fino ad ora non erano riusciti ad imporsi - ieri mattina si è infatti alzata la barriera delle Regioni. Con Veneto, Lazio, Molise e Puglia schierati a favore di nuove restrizioni e Friuli Venezia Giulia (sì ma dopo il 26), Abruzzo e Umbria più caute ma che comunque non si sono messe di traverso, l’ago della bilancia ha ripreso a pendere pesantemente verso le chiusure.

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Il no di Toti

Nel corso dell’incontro convocato per discutere dell’evoluzione del piano vaccinale, ai territori è stato chiesto «un parere sulla necessità di ulteriori misure per Natale». A riassumere il tutto è uno dei pochi governatori che si è invece opposto alla stretta, il ligure Giovanni Toti. «Alcuni governatori, tra cui l’amico Zaia, si sono espressi a favore dell’irrigidimento della situazione - ha spiegato a L’aria che tira su La7 - Io ribadisco che ci siamo dati regole il 3 di dicembre di quest’anno, non dell’anno scorso, per affrontare questo Natale, con la divisione del Paese in zone. Mi pare funzioni: non possiamo cambiare le regole ogni 6 ore». Dello stesso avviso Francesco Acquaroli. Il governatore delle Marche ha infatti smentito di essersi schierato a favore della serrata, anzi.  «Le mie affermazioni sono state di altro tipo» ha precisato, staccandosi dal fronte idealmente guidato da Luca Zaia e a cui si è iscritto anche il Lazio con le dichiarazione dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato: «Sono d’accordo a un zona rossa estesa in tutta Italia» ha chiarito intervenendo alla presentazione dei nuovi posti letto in terapia intensiva allo Spallanzani di Roma.     Accanto a D’Amato e Zaia anche il pugliese Michele Emiliano (una stretta «è l’unico modo per non rischiare dal 7 gennaio in poi una esplosione dei contagi» Covid) in uno schieramento inedito e stranamente compatto rispetto ai dissidi degli ultimi mesi. 
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Rosso. Vietato spostarsi fuori dal proprio Comune

A meno che non sussistano le ormai note «comprovate esigenze» (principalmente lavoro, studio e salute), all’interno della zona rossa non sono consentiti gli spostamenti tra comuni. 
In altre parole, anche per varcare i confini del proprio luogo di residenza o dimora abituale, sia con mezzi pubblici che privati, bisogna avere con sé un’autocertificazione che attesti la necessità dello spostamento. Anche se questo, nei fatti, dovesse consistere solo nel muoversi di una manciata di chilometri tra territori confinanti. 

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Rosso. Non si esce di casa se non per necessità

Se ci si trova in un territorio contrassegnato come rosso (e quindi a breve in tutta la Penisola, ma solo per alcuni giorni), bisogna ricordare che ogni singola uscita di casa va motivata con una autocertificazione. Anche per muoversi all’interno del proprio territorio comunale. Sono ovviamente ammesse le uscite per andare al lavoro o fare la spesa. Ma come hanno chiarito più volte del Faq di Palazzo Chigi, è anche consentito uscire per fare attività sportiva, una passeggiata (anche con il cane). Quest’ultima però è consentita soltanto da soli e «in prossimità della propria abitazione».

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Rosso. Negozi fermi, eccetto gli alimentari

In base all’ultimo Dpcm (quello del 3 novembre) in zona rossa sono chiusi tutti i negozi al dettaglio eccetto che i rivenditori di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, i tabaccai e le edicole (anche all’interno dei centri commerciali, uniche attività aperte in queste strutture). 
In realtà esistono delle ulteriori deroghe che consentono di tenere le serrande alzate a lavanderie, ferramenta, ottici, fiorai, librerie, cartolerie, informatica, abbigliamento per bambini, giocattolai, profumerie, pompe funebri, distributori automatici. Caso particolare sono parrucchieri e barbieri che, a dispetto di tutte le altre attività di cura della persona, restano aperti.

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Rosso. Bar e ristoranti solo per asporto

In zona rossa non saranno consentite non solo i cenoni di Natale o Capodanno ma anche i pranzi. Sono infatti «sospese le attività dei servizi di ristorazione - bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie - ad esclusione delle mense e del catering continuativo». Poche limitazioni invece ai servizi di asporto o consegna a domicilio. Mentre quest’ultimo è infatti sempre consentito, qualora di volesse acquistare del cibo di persone per poi consumarlo a casa lo si deve fare prima delle 22 (con divieto assoluto di consumazione sul posto o nelle immediate adiacenze del locale).

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Giallo. Resta il coprifuoco dalle 22

Nei “giorni gialli”, quelli ritenuti di minor rischio da parte del governo, ci si può spostare piuttosto liberamente nelle ore diurne. Non ci sono infatti grosse limitazioni, resta però ovviamente in vigore il coprifuoco. Vale a dire che è vietato uscire di casa dalle ore 22 fino alle 5 del mattino se non per validi motivi.
Entro questi limiti quindi, dato che il Dpcm non prevede un divieto specifico e quindi non sussiste un reato, volendo ci si può recare a casa di amici o parenti per scambiarsi auguri e regali. Un comportamento però fortemente sconsigliato dal governo, perché gli incontri nelle abitazioni «sono occasione di contagio, si creano condizioni di pericolo».

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Giallo. Non ci si potrà muovere fuori dalla regione

Nonostante il Dpcm “dei colori” originario (3 novembre) consentisse gli spostamenti liberi tra regioni gialle, a breve non sarà più consentito varcare anche i loro confini se non si è in possesso di un valido motivo (in cui non è inclusa la possibilità di raggiungere le seconde case). Con il testo del 3 dicembre scorso infatti, il governo ha scelto di vietare «dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome». Non solo, è bene ricordare come lo stesso provvedimento l’esecutivo ha altresì vietato ogni spostamento tra comuni nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021.

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Giallo. Ristoranti e bar aperti sino alle 18

Colazione e pranzo fuori sì, aperitivo serale e cena no. È grossomodo riassumibile così la situazione delle attività di ristorazione che si trovano all’interno delle zone gialle. Bar, ristoranti, pasticcerie e pub infatti, pur nel rispetto di tutta una serie di indicazioni (tra cui il numero di ingressi contingentato e un massimo di 4 persone sedute ad ogni tavolo) possono “tranquillamente” restare aperti ma solo fino alle ore 18. Scattate le 6 di sera però osti e ristoratori possono dedicarsi alle consegne a domicilio (sempre consentite) e, ma solo fino alle 22, alla vendita di cibo da asporto, che però non può essere consumato nelle adiacenze dell’esercizio o comunque all’aperto.

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Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 04:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA