Sottosegretari, Meloni a lavoro sulle nomine: Forza Italia ne vuole almeno 7 (tra cui Editoria e Giustizia) e anche Lupi li reclama

Meloni dovrà "risarcire" gli scontenti, ma anche trovare posto ai suoi fedelissimi rimasti senza casella

Lunedì 24 Ottobre 2022 di Fausto Caruso
Sottosegretari, Meloni a lavoro sulle nomine: Forza Italia ne vuole almeno 7 (tra cui Editoria e Giustizia) e anche Lupi li reclama

Formato il governo, si passa i fatti. Fine del totonomi e inizio semmai dei totodecreti. Non esattamente. Nominata la squadra dell'esecutivo rimane aperta la questione dei sottosegretari, oltre 30 nuove nomine che saranno un'occasione per compensare chi ha avuto meno o addirittura alcuni non eletti. Ma il neopresidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà stare attenta a non suscitare ulteriori polemiche tra gli alleati che sono già partiti all'attacco per reclamare i propri posti.

I delusi

«Giorgia Meloni ha vinto le elezioni col 26%, non con il 51, bisogna anche dire dei sì», il copyright è del forzista Maurizio Gasparri. Proprio Forza Italia è il partito che è rimasto col dente avvelenato dopo che le richieste del leader di ottenere i ministeri di Sviluppo Economico e Giustizia sono state frustrate. Ora il Cavaliere vorrebbe essere “risarcito” con i sottosegretari, a partire proprio da quelli dei due dicasteri appena citati. Alla Giustizia starebbe spingendo per la conferma dell'attuale sottosegretario Francesco Paolo Sisto, mentre tra le deleghe in capo a Palazzo Chigi l'altra che sta particolarmente a cuore a Berlusconi l'Editoria, a cui potrebbe andare Alberto Barachini, al posto dell'attuale Giuseppe Moles altro forzista. Più difficile che Fi la spunti sulla nomina di Valentino Valentini come collaboratore di Antonio Tajani agli Esteri, viste le posizioni considerate troppo vicine alla Russia.

Tra le altre caselle che dovrebbero gravitare in orbita azzurra ci sono l'Interno (con Paolo Barelli, che verrebbe così compensato per aver perso il posto di capogruppo alla Camera), Agricoltura e Rapporti col Parlamento, dove dovrebbe restare Deborah Bergamini. Bisognerà fare attenzione che la spartizione dei sottosegretari, che negli uffici di Forza Italia contano per i loro tra sette e nove, non spacchi ancor di più il partito tra "ronzulliani", i parlamentari vicini alla caporuppo al Senato Licia Ronzulli, e governisti, vicini a Tajani.

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«Rivendico il contributo dato da Noi Moderati nei collegi in bilico, mi aspetto dei sottosegretari» è la richiesta-monito che arriva anche da Maurizio Lupi, leader della quarta forza del centrodestra, per settimane dato come papabile ministro dei Rapporti col Parlamento, ruolo andato invece al luogotenente meloniano Luca Ciriani. Anche qui Gorgia dovrà mostrarsi generosa con l'alleato che pur avendo raccolto solo lo 0,9% alle elezioni vanta comunque una pattuglia di 9 parlamentari.

Fratelli d'Italia e Lega

Nella sotto-squadra di governo dovranno trovare posto anche i fedelissimi della leader rimasti senza casella. Tra questi il primo è Giovanbattista Fazzolari che dovrebbe ottenere il sottosegretariato con la delega all'attuazione del programma, che avrà il compito di assicurarsi il rispetto da parte di tutti i ministri delle linee guida promosse in campagna elettorale. Maurizio Leo dovrebbe diventare invece il vice con delega alle finanze di Giancarlo Giorgetti. Il ministero dell'Economia potrebbe rappresentare il monumento alla pax meloniana: lo schema filtrato in queste ore prevederebbe infatti Leo come viceministro e tre sottosegretari, uno a testa per Lega, Fi e Noi Moderati. Tra i sottosegretari in quota FdI ci dovrebbero poi essere anche Gianni Berrino al Turismo e Paola Frassinetti all'Istruzione. Quest'ultima posizione sarebbe però contesa dalla forzista non rieletta Valentina Aprea.

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Poco da segnalare sul fronte Lega: il Carroccio ha ottenuto probabilmente il massimo dai ministeri e vanta anche Lorenzo Fontana come presidente della Camera. Matteo Salvini è quindi l'alleato che ha meno da chiedere in questa partita: tra i pochi punti fermi ci sarebbe la volontà di avere il fidato Edoardo Rixi come proprio vice alle Infrastrutture, mentre Federico Freni e Claudio Durigon dovrebbero ottenere deleghe di rilievo nei ministeri economici.

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Capitolo a parte per la delega alla Sicurezza della Repubblica – quella che tiene i contatti con i Servizi Segreti – attualmente ancora in capo all'ex capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nominato da Mario Draghi. Meloni potrebbe anche tenerla per sé in un primo momento, ma andare troppo per le lunghe significherebbe incorrere in feroci proteste dell'opposizione. Probabile che venga assegnata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alberto Mantovano. Quel che è certo è che la prima presidente del Consiglio della storia avrà ancora parecchi nomi da vagliare prima di poter pensare solo al lavoro.

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA