Sondaggi politici: FdI sfiora il 30%, giù Fi e Lega. Così Giorgia Meloni erode i consensi dei suoi alleati

La fiducia nel Presidente del Consiglio è al 44%, quella nel governo si ferma al 42% a causa delle divergenze tra gli alleati

Sabato 29 Ottobre 2022 di Fausto Caruso
Sondaggi politici: FdI sfiora il 30%, giù Fi e Lega. Così Giorgia Meloni erode i consensi dei suoi alleati

Giorgia Meloni piace anche a chi non l’ha votata. Si potrebbero riassumere così i risultati dell’ultimo sondaggio svolto dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. A un mese dalle elezioni il partito della neopremier continua a volare attestandosi a un’incollatura dal 30% (29,8) nelle intenzioni di voto. Una crescita che avviene però soprattutto “cannibalizzando” i voti degli alleati. Pagnoncelli rileva una flessione nella Lega, che dall’8,8% delle urne scende all’8%, mentre a registrare un vero e proprio crollo è Forza Italia, che cala di due punti tondi rispetto ai risultati del 25 settembre e si ferma al 6,1%. Il tracollo azzurro non può non essere messo in relazione agli audio di Silvio Berlusconi diffusi da LaPresse, contenenti posizioni a dir poco rivedibili sulla guerra in Ucraina, e alle tensioni che hanno caratterizzato la nascita della squadra di governo, compreso il mancato voto di Fi per Ignazio La Russa alla presidenza del Senato.

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Considerando anche la leggera crescita di Noi Moderati di Maurizio Lupi dallo 0,8% all’1,2%, la quota complessiva del centrodestra sale al 45% (rispetto al 43,8 delle urne) aumentando il solco con un centrosinistra che cala al 25,4%. Nella prima forza di opposizione il grande malato è il Partito Democratico, in balia delle discussioni interne innescate dalla sconfitta elettorale e dall’incertezza su chi succederà a Enrico Letta in segreteria. Il 19,1% delle elezioni era già ai limiti della debacle e ora continua il trend discendente che vede il partito al 18,8, un misero 0,1 sopra al minimo storico ottenuto alle elezioni del 2018. I dem si possono consolare col fatto che Pagnoncelli non rileva, a differenza dei colleghi di Euromedia Research, il temuto sorpasso da parte dei Cinquestelle, che pure vedono una leggere crescita rispetto al voto (16% contro 15,4). Nessun sorriso nemmeno per il Terzo polo che nei sondaggi è dato al 7,1%, in calo rispetto al 7,8 di un mese fa.

La fiducia nel governo e nella premier

Passando alle opinioni sul governo, la Presidente del Consiglio, soprattutto in virtù del nuovo ruolo istituzionale, vede una netta crescita degli apprezzamenti nei suoi confronti rispetto a quest’estate: i giudizi positivi su Meloni sono il 44% contro un 38% dei negativi.

Escludendo coloro che non si pronunciano, il dato si traduce in un indice di gradimento del 54%. Se non sembra un numero esorbitante va detto che la percentuale è in linea con quella degli altri governi con una connotazione politica forte, come quelli di Prodi o Berlusconi (sono invece più alte quelle dei governi di unità nazionale). Bisogna poi ricordare che l’intera coalizione di destra aveva ottenuto quello stesso 44%, ma con un tasso di astensione del 36% e quindi di fatto il voti per la maggioranza rappresentano poco più di un quarto degli aventi diritto. Il fatto che Meloni rimanga al 44% significa che è apprezzata anche da una quota di astenuti e persino da una piccola parte degli elettori di opposizione, sottolinea Pagnoncelli ricordando che il sondaggio è avvenuto dopo il discorso programmatico alla Camera. Per la precisione, esprimono un giudizio positivo sul nuovo capo del governo il 23% degli elettori del centrosinistra, il 27% dei pentastellati e il 29% degli astensionisti.

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Il governo e le sue misure

Le promozioni ottenute dalla leader di FdI superano quelle del suo esecutivo, che si ferma a un 42% di sentimenti positivi contro il 40% di negativi, con un gradimento al 51%, appena sopra la maggioranza. Si tratta però di una differenza fisiologica, figlia di trattative non esattamente idilliache con gli alleati sulla composizione dell’esecutivo e che quindi hanno scontentato parte dell’elettorato dei singoli partiti della coalizione. C’è divisione anche sui temi che saranno al centro delle prime iniziative di Palazzo Chigi. Ipsos ha chiesto opinioni su otto aree di intervento: per fisco e immigrazione si prevede un miglioramento delle politiche italiane, sul Pil e i rapporti con l’Europa gli intervistanti si sono divisi equamente tra ottimisti e pessimisti, mentre qualche dubbio in più viene espresso su politiche ambientali, pace sociale, riduzione delle diseguaglianze e diritti civili. Bisogna però considerare che il 20% di coloro che sono stati interpellati hanno dichiarato di voler aspettare il governo alla prova dei fatti prima di esprimere un giudizio sul suo operato.

Ultimo aggiornamento: 20:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA