Sileri: «Sfida a Conte? È il momento dell'unità. Prima del congresso c'è il futuro dei figli»

Mercoledì 17 Giugno 2020 di Simone Canettieri
Sileri: «Sfida a Conte? È il momento dell'unità. Prima del congresso c'è il futuro dei figli»

Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità del M5S, Di Battista chiede subito un congresso, Grillo lo stoppa: lei che ne pensa?
«Mi piace ricordare una frase di Gianroberto Casaleggio: Il sapere è il mezzo che ti permette di misurare le cose, i fatti, le situazioni, la logica in una dimensione altra. È questa l'intelligenza. A mio parere il sapere è anche discutere, confrontarsi, come il MoVimento in questi prossimi mesi farà ancora meglio di quelli appena trascorsi, sempre con un approccio di rete però, con la nostra intelligenza collettiva, con la nostra capacità di restare compatti, a fronte delle avversità e delle differenze. Questo è il tempo delle unità, non delle divisioni».

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Con il paese alle prese con la fase 3 non è più normale pensare ora all'Italia invece che al futuro del M5S?
«Il futuro dell'Italia è il futuro dei nostri figli, non riguarda il futuro di una parte politica piuttosto che un'altra. Una cosa è certa, il futuro lo sta disegnando ora, con l'azione di governo, il Movimento 5 stelle. Il governo attuale ha dinnanzi a sé una sfida impensabile e con decisioni forti ha notevolmente contenuto le morti - secondo lo studio di Nature - 600mila vite».

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Che idea si è fatto della storia dei soldi dal Venezuela?
«Se il M5S avesse avuto bisogno di soldi, avrebbe preso i rimborsi elettorali, anziché restituirli, e si sarebbe adoperato come è possibile fare nella nostra democrazia ed ogni altra forza politica ha fatto fino ad oggi, ad eccezione di M5S».

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Ma come fa a dire che il Mes senza condizionalità non sia un'opportunità per l'Italia?
«Il Mes è una strada impercorribile, uno strumento anacronistico e non funzionale. Nei prossimi giorni il Presidente Conte avrà modo di confrontarsi in Eurogruppo sugli strumenti disponibili per l'Italia e per tutti i Paesi euro-membri: sono in ballo 172 miliardi per l'Italia, ovvero il Next Generation: questa è la nostra via maestra».

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E se non ci fossero alternative?
«Credo che il Parlamento saprà valutare, assieme al governo, se opportuno discutere la strada del Mes, ma ripeto per me non c'è apertura al Mes. La carta del Fondo Salva Stati non solo non è all'ordine del giorno ma è uno strumento concepito per una crisi di tipo completamente diverso rispetto a quella che viviamo: fuori tempo».

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Nel M5S non trova che ci sia un no troppo aprioristico?
«Il Mes nasce nel 2010-2011 quando alcuni paesi Ue si trovano sull'orlo del tracollo finanziario, regolato dall'articolo 123 dei Trattati che vieta agli stati membri (e alla BCE) di salvare' paesi in difficoltà, proprio per evitare che i Paesi membri si indebitino. Quell'articolo nel pieno della crisi viene aggirato ma ad un costo molto alto: una rigidissima condizionalità che prevede l'erogazione del prestito a fronte di un obbligo su un memorandum d'intesa (MoU) che definisce con estremo rigore quali misure e quali tagli al deficit/debito deve affrontare il paese indebitato. La riforma del Mes di cui discutiamo dunque da diversi anni ha a che fare con due aspetti problematici del meccanismo che non sono ancora soluti: il trattato stipulato nel pieno della crisi economica del 2012 per erogare i prestiti, che non è stato mai incluso nei Trattati, e lo stesso articolo 123 dei Trattati».

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Da viceministro come spenderebbe questi 37 miliardi per la sanità?
«Premesso che negli ultimi dieci anni ci sono stati sottofinanziamenti e tagli alla sanità italiana per decine di miliardi di euro, come ha analizzato la Fondazione Gimbe, quindi occorre parlare degli interventi urgenti per rispondere alla crisi sanitaria. Con il Ministero si lavora ad un piano da 20-25 miliardi».
Il governo rischia su questo voto?
«Perché dovrebbe? Secondo me no: questo governo e questa maggioranza stanno facendo uno sforzo importante di dialogo e comprensione, il che non vuol dire fare sempre tutto bene, ma mettersi nelle condizioni di dialogare ed arrivare ad una sintesi che tanti esecutivi precedenti non hanno mai perorato con tanta dedizione».
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Ultimo aggiornamento: 14:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA