Migranti, la Comunità ebraica romana insorge contro la Maglie: «Siamo italiani anche noi»

Martedì 8 Gennaio 2019
Sea Watch, Comunità ebraica insorge contro Maria Giovanna Maglie
Caso Sea Watch e accoglienza migranti, la Comunita ebraica di Roma insorge contro Maria Giovanna Maglie che con un post sul suo profilo Facebook l'ha accusata "di ingeranza negli affari italiani" per aver lanciato un appello al Governo italiano associandosi a chi chiede "lo sbarco immediato dei profughi". 

"Con tutto l'affetto e la stima di cui sono capace - ha scritto la Maglie - per il popolo ebraico e per lo stato di Israele, suggerisco agli autori della nota di tenersi per sé simili opinioni se sono legittime se restano private, rappresentano invece un'indebita intrusione neggli affari del Governo e del popolo italiani se rese pubbliche ed espresse come Comunità".



Un intervento che ha immediatamente innescato una pioggia di commenti negativi a partire da quello da Dario Ballini D'Amato che parla di "nazismo conclamato". Lui, Riccardo Romano e tanti altri hanno sottolineato in particolare come "per la Maglie gli ebrei italiani non sono italiani e non possono esprimere opinioni pubbliche sulla politica italiana".

In tanti post indignazione per le parole della Maglie e solidarietà per la Comunità ebraica, intervenuta per motivi umanitari. 



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Fra le prese di posizione quella di Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica romana:

"E' un post di inaudita gravità quello di Maria Giovanna Maglie con commenti penosamente a suo favore di sedicenti ebrei. E io vado controcorrente. In primis con alcuni sedicenti ebrei che hanno scritto in questo blog. Non entro nel merito della dichiarazione della presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, che a chi non è noto è legittimamente eletta con regolari elezioni. Oltretutto molto serrate e tacciata dai suoi “avversari politici “ essere una ebrea di “destra”. La gravità delle esternazioni di Maria Giovanna Maglie è ritenere che la presidente della Comunità possa essere negato il diritto , in quanto rappresentante della Comunità Ebraica , di esprimere una opinione. Qualunque essa sia . Perché è ritenuta una “ingerenza” agli affari interni dell’Italia. Ci sono ebrei a quanto pare che si sono già venduti . Ho pena per loro. Ma l’ultima volta che un personaggio pubblico si è espresso in questi termini, ha poi deciso di risolvere il “problema ebraico” con la  “soluzione finale”! Cara Maria Giovanna Maglie . In questo Paese. Il MIO Paese, gli ebrei non sono ospiti. Questo Paese compresi i Moti Risorgimentali, L’Unità d’Italia, la prima Guerra Mondiale nonché la Resistenza e poi la stesura della Costituzione, è stato fatto da Ebrei. Noi ebrei romani siamo qui a Roma probabilmente da molto più tempo in cui ci vivono i Suoi a antenati. Sentirmi un ospite ed avere un permesso per esprimere una opinione , è un precedente gravissimo. Ed io NON glielo permetterò. Qui non è in ballo la condivisibilità delle opinioni espresse dalla nostra presidente , che verosimilmente possono avere frange di reazionari che non la condividono ma a cui portiamo ovviamente rispetto . Vi è in ballo il sacrosanto diritto di esprimere una opinione. Su cui legittimamente la Maglie può non essere concorde . Può dissentire ed esprimere le sue preoccupazioni.
Mi aspetto, visto la sua intelligenza, le scuse immediate. Altrimenti la invito a non premettere di essere amica d’Israele. Sarebbe ridicolo ed offensivo nostra intelligenza".

Di fronte all'ondata di critiche, Maria Giovanna Maglie ha pubblicato un nuovo post.

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