Oggi la direzione del Pd: Schlein tra l'irrequietezza delle correnti e lo spettro di Gentiloni

Sul banco degli imputati soprattutto il fallimento del progetto di campo largo con il M5s

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Riccardo Palmi
Oggi la direzione del Pd: Schlein tra l'irrequietezza delle correnti e lo spettro di Gentiloni

Nella direzione del Pd convocata per oggi alle 14 si parlerà soprattutto di sanità, salario minimo legale (specie dopo la bocciatura del Cnel di ieri), della manifestazione nazionale annunciata da Elly Schlein. Ma poi c'è un tema non ufficiale, di quelli che non vengono certo messi all'ordine del giorno: il futuro della segreteria e le manovre delle varie correnti (lo sono anche quelle che rifiutano questo nome). E un nome, che alcuni evocano, non si sa quanto a ragione: quello di Paolo Gentiloni.

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I dubbi sul ritorno

L'attuale commissario europeo è tornato spesso al centro del dibattito politico dopo gli attacchi di Giorgia Meloni, che lo ha accusato di fatto di non fare gli interessi italiani. Nella segreteria del Pd c'è chi vorrebbe avere un partito che tenga dentro le posizioni più riformiste e centriste. Una sorta di nuovo Ulivo, insomma, alla cui ombra riunirsi magari col figliol prodigo Carlo Calenda.

Il punto è che le possibilità che questo progetto riesca al momento sono pochine: soprattutto perché se anche tornasse un partito realmente di centro-sinistra, con il centro-destra appena arrivato al tagliando di un anno il rischio concreto è di restare all'opposizione fino a fine legislatura. E Gentiloni confida forse in incarichi più istituzionali rispetto al leader di opposizione.

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Campo largo addio?

Tra i dem, in ogni caso, si registra un certo movimento. Voci recenti parlano di una possibile nuova corrente guidata da Dario Franceschini con Nicola Zingaretti, Dario Nardella, Francesco Boccia e Marco Meloni (area Enrico Letta), che potrebbero diventare azionisti di maggioranza di questa segreteria. L'area riformista rimane ufficialmente in attesa del voto per il Parlamento Ue - anche oggi dovrebbe approvare la relazione della segretaria Schlein - ma a far ringalluzzire Bonaccini e compagni sono i sondaggi (eccetto gli ultimi) in vista delle elezioni europee e il quasi-certificato fallimento del progetto di campo largo con il M5s. Non si può non vedere come Conte sia ultimamente impegnato più a smarcarsi che a trovare punti in comune con Schlein (anche qui, c'entra il voto per Bruxelles). Qualche esempio? la «terza via» ipotizzata dal leader pentastellato sull'accoglienza oppure la freddezza al convegno dei magistrati di Palermo. Insomma, se all'apparenza nessuno si sbilancia,  meglio non farsi trovare impreparati.

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Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA