Sfida di Salvini alle Sardine: le nostre piazze anti-tasse mentre loro sfilano a Roma

Domenica 24 Novembre 2019 di Claudia Guasco
Sfida di Salvini alle Sardine: le nostre piazze anti-tasse mentre loro sfilano a Roma

Si studiano e si marcano stretti, tra punzecchiature e provocazioni. Una sfida, quella tra il leader leghista Matteo Salvini e il movimento delle Sardine, ideologica ma anche geografica. Dove c’è l’uno, c’è l’altro. Ieri pomeriggio a Perugia, ad esempio: a metà pomeriggio Salvini arriva in città accolto dalla presidente Donatella Tesei e dalla giunta al gran completo, a sette chilometri di distanza migliaia di Sardine si stipano in piazza della Repubblica. Senza bandiere, tra cori e cartelli «L’Umbria non si Lega». Ma il segretario del Carroccio contrattacca: quando il 14 dicembre il movimento manifesterà a Roma, «la Lega scenderà in piazza in tutta Italia». Sarà il «no tax day», al quale parteciperanno sindaci e parlamentari leghisti. «Mentre ci sono pescioloni e pesciolini che gridano al razzismo e al fascismo, e non ci sono né il fascismo né il razzismo, noi ci occupiamo di tasse, crescita, giovani e lavoro, futuro e facciamo proposte».

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PARCO GIOCHI
Per il raduno di metà dicembre le Sardine puntano al gran finale, con oltre 100 mila persone. Salvini rimarca la distanza di progetti e di intenti: «A loro lasciamo le piazze contro, gli insulti, la caccia al fascismo. Noi ci occupiamo di cose da fare poi ciascuno ha diritto di protestare contro i razzisti, i fascisti, i nazisti, i marziani. Io mi voglio occupare di lavoro, di tasse, di sicurezza. Poi se devo divertirmi vado al parco giochi».

L’ex vicepremier è a Perugia per ringraziare gli elettori, «l’Umbria dovrà essere un esempio anche per le altre regioni italiane: ha scelto la Lega e il centro destra dopo cinquant’anni e siamo impegnati a lavorare». Fa gli auguri alla nuova giunta e ne approfitta subito per una stoccata ai manifestanti che nel frattempo lo contestano in piazza della Repubblica: «Ricordo con affetto i pescatori del Lago Trasimeno. Ci tornerò presto, così ci mangiamo due sardine d’acqua dolce, con pane e burro, che fa sempre bene». In democrazia, dice, «ognuno manifesta dove vuole. Io preferisco occupare il mio tempo costruendo. Se qualcun altro invece occupa il suo cercando nemici è libero di farlo, ma non è la mia mentalità».

In piazza intanto si cantava «Bella ciao» e si leggevano alcuni articoli della Costituzione, mentre a Reggio Emilia si radunavano 6.000 Sardine intonando «l’inno ufficiale della protesta», ovvero la canzone “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla. Sono le prove generali della grande onda che invaderà Milano il 1 dicembre e Roma due settimane dopo, alle sette di sera. Uniche regole, nessuna bandiera e simbolo di partiti né rifiuti in piazza.
 
 

APPELLO SOCIAL
Intanto il movimento debutta su Instagram, con il disegno di un Colosseo blu pieno di sardine occhiute: «La città fondata su cultura, arte e solidarietà è «in pericolo», spiegano le Sardine romane nell’appello sui social. Colpa del partito di Salvini, dicono, a volte citato apertamente. «L’Italia non è quella che la Lega sta mostrando agli occhi del mondo. La Lega e i suoi portavoce non rappresentano la città Capitale d’Italia». Il leader del Carroccio, da parte sua, ridimensiona le voci della protesta e in una diretta Facebook girata nel parcheggio di un autogrill prima di arrivare a Perugia contrappone la piazza «contro» alla sua fattiva e propositiva. «Spero che il Paese torni al voto il prima possibile perché l’Italia è ostaggio di un gruppo di litigiosi incapaci», ribadisce. «Anche oggi stanno litigando su tutto ma, di litigio in litigio, le fabbriche chiudono. Noi intanto stiamo studiando per farci trovare pronti». Per mandare a casa «la Raggi e Zingaretti», promette, «darò l’anima».

Quanto agli ex alleati di governo, «anche gli elettori del M5s stanno spernacchiando Di Maio.
Sono schifati, delusi, a volte rassegnati perché dalla rivoluzione si è passati a Renzi e al Pd. Porta aperta agli amici e alle amiche di buona volontà». Infine Salvini ha duramente attaccato Fabio Fazio che ospita Carola Rackete nella sua trasmissione. «Un momento di grande televisione - ha detto ironicamente - Rackete dovrebbe stare in galera per aver speronato una nave militare italiana».

Ultimo aggiornamento: 00:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA