Salvini torna in trincea: attacco a Sanità e Viminale

Domenica 14 Febbraio 2021 di Emilio Pucci
Salvini torna in trincea: attacco a Sanità e Viminale
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«La settimana prossima le priorità sono tre: salute, lavoro e scuola. E anche laddove il ministro non è indicato dalla Lega vogliamo aiutare, capire, proporre, stimolare. Un esempio è la riconferma al ministero dell’Interno di Luciana Lamorgese: ovviamente dal nostro punto di vista prevede, impone e obbliga a un cambio di passo. Non si può viaggiare alla velocità dell’ultimo anno e mezzo, occorre recuperare stimoli e difendere l’Italia e gli italiani». Così il leader della Lega, Matteo Salvini ospite del Tg2 Post. Cambio di passo al Viminale: una richiesta che arriva nel giorno stesso del giuramento del nuovo governo.

E ne ha anche per Roberto Speranza: «La sua è una di quelle riconferme che ha lasciato un po’ stupiti gli italiani e anche me», butta lì. 

Salvini e Berlusconi non intendono rovinare la luna di miele del nuovo governo, considerato anche che M5S si sta spaccando e che Draghi potrebbe essere il prossimo presidente della Repubblica. Ma da destra FdI sparerà le cannonate, ha già cominciato e allora gradualmente, soprattutto a ridosso delle amministrative, il canovaccio verrà cambiato, si cominceranno ad alzare i toni, insomma Forza Italia e la Lega, in primis quest’ultima, diventeranno sempre più forze politiche di “lotta e di governo”. È l’orizzonte che il capo leghista e il Cavaliere hanno concordato il giorno dopo lo schiaffo del premier.

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I dubbi

Perché di schiaffo si è trattato visto che giurano entrambi di non aver saputo nulla riguardo ai nomi del governo fino a pochi minuti prima dell’arrivo dell’ex numero uno della Bce al Quirinale per sciogliere la riserva. «È stato un modo a dir poco originale», il commento più benevolo di Salvini. Una presa in giro secondo il Cavaliere che aveva dato ampie rassicurazioni al Professore, convinto che arrivasse a scegliere esponenti azzurri come Tajani e Bernini e per FI perlomeno un ministero di peso. Il rapporto tra Draghi e Berlusconi è racchiuso nell’immagine del gomito a gomito, il saluto immortalato dalle telecamere al momento delle consultazioni. Ma l’ex premier, che già non aveva gradito il fatto che quando concorse alla nomina di Draghi a “Mr Bce” quest’ultimo poi non si fosse mai fatto sentire, c’è rimasto male per essere stato lasciato all’oscuro nella trattativa sulla composizione della squadra. Berlusconi per ora apre: «Sosterrò il governo senza se e senza ma, deve cambiare passo rispetto ai governi Conte, i tre ministri di FI sono figure di garanzia».

Così anche il segretario del partito di via Bellerio che, però, incassa un dividendo maggiore: aveva chiesto proprio i ministeri del Turismo, dello Sviluppo economico e della Disabilità. Bingo. Salvini quindi ritiene che l’ennesima scommessa, dopo quella della scalata alla Lega e al centrodestra partendo da percentuali bassissime, e soprattutto dopo l’ok all’esecutivo con Di Maio, si possa vincere. «Se pensano di spaccare la Lega si sbagliano di grosso», ha spiegato ai fedelissimi. I salviniani non sono soddisfatti, si aspettavano che fosse il proprio leader ad entrare. Ma in tanti ricordano che senza di lui Giorgetti sarebbe rimasto ai margini del partito. «L’operazione che punta a cambiare gli equilibri del centrodestra non riuscirà», il convincimento del segretario.

Ala sovranista

La parte sovranista della Lega e di FI ritiene che bisogna guardare al Colle, non solo a Draghi, per comprendere la regia della manovra che ha portato a scegliere solo nomi moderati per l’esecutivo. «Oltre a salvaguardare tutte le correnti del Nazareno hanno chiamato le persone del centrodestra che dialogano bene con il Pd», la tesi. È chiaro che le scelte di Draghi stanno creando più di qualche fibrillazione. Soprattutto in FI. Tajani potrebbe ora diventare segretario nazionale, ci sarà da accontentare con i sottosegretari i senatori che sono rimasti all’asciutto. E poi c’è da nominare il capogruppo alla Camera (il favorito è Occhiuto fino alle elezioni in Calabria, poi si aprirà la partita, tra le opzioni c’è l’azzurro Cattaneo). Il pressing nei confronti di Berlusconi è partito, «bisogna puntare i piedi», la richiesta. Ma il Cavaliere non opterà per il fuoco amico e anche Salvini metterà la faccia su un esecutivo che con gli uomini leghisti in posti chiave come quello del Mise potrà portare consensi e soldi.

Gli equilibri

Il capo leghista oggi incontrerà i ministri della Lega, anche per ribadire che le carte le dà lui. Già ieri vedeva il bicchiere pieno: «Non ci sono più Conte, Azzolina, Bonafede e Casalino, ma ci sono tre ministri della Lega che da oggi lavoreranno per le imprese, per il turismo e per i disabili. Non sarà facile, ma ce la metteremo tutta», ha sottolineato. Ma in FI (ieri i ministri Carfagna, Gelmini e Brunetta si sono visti) e Lega le ali moderate conteranno di sicuro di più. I due partiti saranno costretti a riposizionarsi. Insomma per ora non ci sono effetti politici nel centrodestra, se non un trambusto nei gruppi, ma in prospettiva tutto può succedere. Draghi non ha tessere ma le sue truppe ce l’ha già.
 

Ultimo aggiornamento: 01:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA