Oggi la scena, soprattutto in Senato, sarà tutta per loro. Per i Magnifici 7 anti-Mes. Li chiamano così. Sono quei grillini che si godranno il proprio protagonismo in questa giornata parlamentare che si annunciava infuocata e che forse lo sarà meno del previsto perché Di Maio, l’alfiere anti-Mes di queste settimane in cui pareva voler rompere con il Pd proprio su questo, è giunto a più miti consigli.
Al contrario dei Magnifici 7. Sono, per cominciare, i Mario Giarrusso, Danilo Toninelli e Elio Lannutti, Gianluigi Paragone. Ai loro voti contrari al Mes, e frondisti rispetto a M5S, si dovrebbero aggiungere quelli di altri tre grillini: Alvise Maniero alla Camera e, in Senato, Ugo Grassi (che sta per passare alla Lega) e Stefano Lucidi.
Il quale attacca: «Non siamo stati interpellati per la stesura del testo della risoluzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Al contrario dei Magnifici 7. Sono, per cominciare, i Mario Giarrusso, Danilo Toninelli e Elio Lannutti, Gianluigi Paragone. Ai loro voti contrari al Mes, e frondisti rispetto a M5S, si dovrebbero aggiungere quelli di altri tre grillini: Alvise Maniero alla Camera e, in Senato, Ugo Grassi (che sta per passare alla Lega) e Stefano Lucidi.
Il quale attacca: «Non siamo stati interpellati per la stesura del testo della risoluzione.
E quando lo abbiamo chiesto, ci siamo sentiti rispondere dal nostro capogruppo che siamo in troppi e si sarebbe fatta confusione. Una follia».
L'obiettivo per la maggioranza rossogialla è quello di non scendere a palazzo Madama sotto la soglia psicologica dei 161 voti. Ecco perché potrebbero diventare fondamentali anche i voti dei senatori fuoriusciti dal M5S, come Gregorio De Falco, Paola Nugnes e Elena Fattori. Che dovrebbero compensare in parte la fronda dei Magnifici 7.