Carla Ruocco: «Ora Luigi rifletta se deve dimettersi. Non si resta al governo a tutti i costi»

Martedì 28 Maggio 2019 di Simone Canettieri

Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze della Camera, Di Maio dovrebbe dimettersi da capo politico del M5S? «Io ritengo che agli onori debbano seguire gli oneri; voglio bene a Luigi con cui per anni abbiamo fatto crescere il Movimento ma c'è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all'esperienza di Roma. Sarebbe giusta una riflessione e mi dispiace ma non ho ancora avuto segnali».

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Ma esiste una leadership alternativa a quella di Di Maio?
«Il Movimento è nato sulla condivisione dei valori, dei temi e dell'azione politica, e non su catene di comando».

E come potete uscire dalla crisi?
«I motivi della débâcle vanno discussi sia all'interno dei gruppi parlamentari che sulla piattaforma Rousseau dove i nostri attivisti dovrebbero avere la possibilità di dire la loro. Bisogna tornare a questo modello».

Come si spiega questa disfatta del M5S?
«Abbiamo pagato errori organizzativi e comunicativi. Presentandoci solo nel 7% dei comuni in cui si votava per le amministrative abbiamo dato sicuramente un'idea di lontananza dagli elettori. Non siamo riusciti a caratterizzarci come forza politica di rinnovamento, anche per colpa di troppi cambi di linea comunicativa in corsa. Siamo caduti anche noi come altri prima di noi nella trappola dell'immagine dell'uomo solo al comando che è antitetico al Dna del Movimento. Il voto delle Europee è un voto prevalentemente di opinione su temi generali. Il difetto di coerenza è stato letale».

Perché il Sud vi ha voltato le spalle?
«Il dato dell'astensione è sicuramente significativo e deve essere elemento di riflessione».

Ovvero?
«Il Sud ci ha dato una fiducia enorme alle politiche e aveva molte aspettative. L'errore più evidente è stato quello di limitare il nostro impegno al solo reddito di cittadinanza, sicuramente un'iniziativa importantissima e ineludibile, di certo non esaustiva dell'azione politica del M5S. Cosi si mortifica la cultura e la tradizione che la società civile del Meridione esprime e che ha radici antiche e di rara replicabilità. Ci si aspettava interventi decisivi su infrastrutture, ambiente e rivalutazione del territorio; purtroppo su questo siamo stati manchevoli. Serve maggiore coesione ed una visione unitaria del Paese. Le soluzioni si trovano. Come presidente della Commissione Finanze della Camera guardo all'economia ed alla finanza del Paese».

Quindi?
«In passato ad esempio con una bad bank, la Sga, a fine anni novanta è stata gestita la crisi finanziaria del Banco di Napoli; in tempi più recenti - proprio con il valore creato negli anni dalla gestione di quei crediti deteriorati la Sga è stata la chiave di volta per salvare alcune banche del Nord in difficoltà».

Per andare avanti il governo, il M5S dovrà stare sotto lo schiaffo della Lega. La prima concessione sarà la Tav?
«Il tema non è solo la Tav, il tema è la rivalutazione delle capacità produttive del Paese e la sua modernizzazione. Ci aspetta un secondo semestre pesantissimo. Non lo dico solo io, lo rilevano le Associazioni Industriali, le Istituzioni europee e sovranazionali. È importante considerare le condizioni al contorno per impostare un nuovo corso di politica economica. Questo si aspettavano da noi gli elettori e purtroppo non lo hanno avuto».

Ha senso per il M5S andare avanti a tutti i costi?
«Assolutamente no. Io penso che il M5S debba essere al servizio del Paese ed ho la presunzione che le 5 stelle del nostro Movimento siano in grado di raggiungere questo obiettivo. Fino a quando sarà possibile farlo da una posizione di governo, ben venga, altrimenti sarà giusto farlo dall'opposizione, ricordando che la finanza è al servizio dell'economia che non ha confini nazionali: non è possibile evitare il confronto con l'Europa per ottenere nuove regole di bilancio e rischi condivisi».

Queste elezioni dicono che in futuro sarà possibile un'alleanza tra voi e il Pd?
«Non leggo i tarocchi, penso che le alleanze future debbano essere sui temi e sui valori che fanno bene al Paese, non su altro.

Su queste premesse si può parlare con tutti».

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA